Amati e chiamati a stare

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,1-8

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Parola del Signore.

Non so se hai voglia e tempo ma queste parole del papa mi hanno molto colpito … Siamo amati così come siamo e per quello che siamo … abbiamo un compito che solo noi possiamo portare a compimento.

Vincenzo diacono e Franca, oblati camaldolesi ❤️

Omelia del Santo Padre Leone XIV Visita al Sepolcro di San Paolo Basilica di San Paolo fuori le Mura
Il brano biblico che abbiamo ascoltato è l’inizio di una bellissima lettera indirizzata da San Paolo ai cristiani di Roma, il cui messaggio ruota attorno a tre grandi temi: la grazia, la fede e la giustizia. Mentre affidiamo all’intercessione dell’Apostolo delle genti l’inizio di questo nuovo Pontificato, riflettiamo insieme sul suo messaggio.

San Paolo dice prima di tutto di aver avuto da Dio la grazia della chiamata (cfr Rm 1,5). – anche io sono chiamato, anche noi (tutti) lo siamo- Riconosce, cioè, che il suo incontro con Cristo e il suo ministero sono legati all’amore con cui Dio lo ha preceduto, chiamandolo ad un’esistenza nuova mentre era ancora lontano dal Vangelo e perseguitava la Chiesa. Sant’Agostino – anche lui un convertito – parla della stessa esperienza dicendo: «Cosa potremo noi scegliere, se prima non siamo stati scelti noi stessi? In effetti, se non siamo stati prima amati, non possiamo nemmeno amare» (Discorso 34, 2). Alla radice di ogni vocazione c’è Dio: la sua misericordia, la sua bontà, generosa come quella di una madre (cfr Is 66,12-14), che naturalmente, attraverso il suo stesso corpo, nutre il suo bambino quando è ancora incapace di alimentarsi da solo (cfr S. Agostino, Esp. sul Salmo 130, 9). – per esempio io sono scelto per essere sposo e diacono, tu per …. , ognuno di noi ha un compito ed è chiamato a realizzarlo con fedeltà… nessuno può impedircelo, nessuno!!!-

Paolo, però, nello stesso brano, parla anche di «obbedienza della fede» (Rm 1,5), e pure qui condivide ciò che ha vissuto. Il Signore, infatti, apparendogli sulla via di Damasco (cfr At 9,1-30), non lo ha privato della sua libertà, ma gli ha lasciato la possibilità di una scelta, di una obbedienza frutto di fatica, di lotte interiori ed esteriori, che lui ha accettato di affrontare. anche io sono invitato ad obbedire nella fede- La salvezza non viene per incanto, ma per un mistero di grazia e di fede, di amore preveniente di Dio, e di adesione fiduciosa e libera da parte dell’uomo (cfr 2Tm 1,12).

Mentre allora ringraziamo il Signore per la chiamata con cui ha trasformato la vita di Saulo , -e ha trasformato anche la mia, la tua … e quella di tutti- gli chiediamo di saper anche noi rispondere ai suoi inviti allo stesso modo, facendoci testimoni dell’amore «riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Gli chiediamo di saper coltivare e diffondere la sua carità, facendoci prossimi gli uni per gli altri (cfr Francesco, Omelia dei II Vespri nella Solennità della Conversione di San Paolo, 25 gennaio 2024), nella stessa gara di affetti che, dall’incontro con Cristo, ha spinto l’antico persecutore a farsi “tutto a tutti” (cfr 1Cor 9,19-23), fino al martirio. Così, per noi come per lui, nella debolezza della carne si rivelerà la potenza della fede in Dio che giustifica (cfr Rm 5,1-5).

Questa Basilica da secoli è affidata alla cura di una Comunità benedettina. Come non ricordare, allora, parlando dell’amore come fonte e motore dell’annuncio del Vangelo, gli insistenti appelli di San Benedetto, nella sua Regola, alla carità fraterna nel cenobio e all’ospitalità verso tutti (Regola, capp. LIII; LXIII)?

Ma vorrei concludere richiamando le parole che, più di mille anni dopo, un altro Benedetto, Papa Benedetto XVI, rivolgeva ai giovani: « Cari amici – diceva – Dio ci ama. Questa è la grande verità della nostra vita e che dà senso a tutto il resto […]. All’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio», e la fede ci porta ad «aprire il nostro cuore a questo mistero di amore e a vivere come persone che si riconoscono amate da Dio» (Omelia nella Veglia di preghiera con i giovani, Madrid, 20 agosto 2011).

È qui la radice, semplice e unica, di ogni missione, anche della mia, come successore di Pietro ed erede dello zelo apostolico di Paolo. Mi dia il Signore la grazia di rispondere fedelmente alla sua chiamata.


( Il corsivo sono mie aggiunte. L’ho fatto per sottolineare qualche passaggio che ci ha colpito, emozionato
e che ci appartiene)

Vincenzo, diacono

Vi do la mia Pace

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,27-31a

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

Parola del Signore.

Oggi ci chiediamo quale è la Pace che Gesù ci ha lasciato. È una pace senza conflitti, senza dolore, senza morte o senza sofferenza? No. La Pace di Cristo è quella che se la possediamo ci fa attraversare il male, ogni tipo di male, di ingiustizia, di dolore, di sofferenza sopportandola, semplicemente sopportandola. È una pace non armata ma disarmata. È la pace di chi sa di essere Amato e perciò Ama ogni creatura. È la pace di Spera e crede fermamente di poter vincere il male con il bene. È una pace che ha pazienza.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,21-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

Parola del Signore.

Ripetiamo spesso che stiamo vivendo tempi difficili ed è vero. Notiamo che c’è disorientamento, confusione e, purtroppo, appare difficile conoscere il confine tra il bene e il male.

Crediamo che è proprio in questo contesto di relativismo diffuso che sia necessario farsi ispirare e guidare dallo Spirito Santo. Facciamoci ispirare dalla sapienza del cuore che ci guiderà permettendoci di decidere e di fare scelte come le farebbe Dio. Questa è la Luce che lo Spirito Santo ci dona

Nella sequenza di Pentecoste, preghiamo così: «O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli». E non dimentichiamo queste parole di Gesù: «Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito» (Gv 3, 8).

Camminando con fiducia e Fede lo Spirito ci guiderà dove Dio vuole.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Amare

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 13,31-33a.34-35

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Parola del Signore.

“Amare!!! È questa la Via. Amarsi “gli uni gli altri”. Gesù indica la strada “nuova” per coloro che vogliono seguire i suoi insegnamenti. Ma non basta. Indica anche la “misura” con la quale Amare… “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. E ben sappiamo che Gesù ha amato fino a donare la vita. Non ci sono mezze misure se non Amare totalmente. È una Parola “dura” ma è l’unica capace di scrivere pagine nuove rigenerando la “buona notizia” del Vangelo nella vita quotidiana. Amare senza clamore, senza like, senza scopi personali. Amare per Amare senza nulla chiedere in cambio. È così che la Speranza si fa Vita e la vita Vita Vera. Il segno dell’Amore fa sbocciare fiumi profumati dove il mondo vede solo povertà e dolore. L’Amore è davvero il buono e il bello per una nuova Umanità.

Franca e Vincenzo, Eremo di famiglia

Chi ha visto me ha visto il Padre

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,7-14

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Parola del Signore.

Ecco Gesù Uomo, pienamente Uomo. I suoi gesti sono esempi, le sue Parole sono piene di Verità e la Verità libera.

Scoprire i gesti che ha compiuto Gesù, conoscere il suo modo pensare e agire, Ascoltare la sua Parola ci indica come Vivere da cristiani. E, oggi, apprendiamo che incontrando Gesù nei suoi gesti e nelle sue Parole noi impariamo a conoscere Dio. In Gesù c’è Dio. Nei suoi gesti ci sono i gesti di Dio, nelle sue Parole la Parola di Dio. Tutto qui. Molto semplice, molto essenziale, molto umano, molto Vero.

Dove le religioni falliscono la nostra Fede realizza percorsi di Umanità piena, vera, autentica, semplice ed essenziale … in una Parola “divina“.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Io sono la Via, la Verità e la Vita

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,1-6

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».

Parola del Signore.

Gesù è la Verità che indica la Via per la Vita. Non una vita qualsiasi ma una Vita buona. Il Mistero si fa quotidiano semplice, vero autentico. Nulla è improvvisato ma tutto resta legato da un filo che unisce e come si dice in questo tempo “connette” l’Uomo alla Verità. Sono le connessioni, infatti, che ci permettono di Essere in questo mondo piccoli segni dell’infinito che Gesù Cristo ci ha mostrato.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Il tradito e il traditore

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 13,16-20

[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:
«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

Parola del Signore.

Gesù subisce il tradimento da uno dei dodici. La delusione è profonda, il dispiacere immenso. Nonostante ciò Gesù vive il suo momento con pazienza e, addirittura, lo preannuncia. Ma c’è un dettaglio in questo passo che merita una sosta. Il traditore ha appena alzato il suo calcagno, cioè si è fatto lavare i piedi dal Maestro che, da Servo, si era chinato per compiere un gesto potente e lanciare uno straordinario messaggio di vita cristiana.
Chiediamoci se noi battezzati siamo nella vita imitatori di Cristo; se siamo capaci di accogliere questo esempio di vita e farlo nostro; se, come Gesù, riusciamo ad essere pazienti di fronte ad un Amico che ci ha tradito.
È difficile essere Cristiani e vivere da Cristiani. Magari siamo capaci di dire parole buone, di compiere riti perfetti, di mostrarci “brave persone” ma, vivere come Gesù Cristo è un’altra storia. Si, è davvero un’altra storia.
Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,9-17

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Parola del Signore.

Di questo brano di Vangelo che è straordinario e misterioso desideriamo sottolineare che l’Amore di Gesù per noi non chiede reciprocità, non si fonda su un dare che aspetta risposta. No, l’Amore è donato senza condizioni. Nessuno ha un amore più grande: dare la sua vita per i propri amici”. E, diciamolo con chiarezza, questo è lo stesso Amore che Gesù chiede a noi tra noi: “che vi amiate gli uni gli altri”. Il comandamento nuovo però non è fine a se stesso ed infatti Gesù dice: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Io e il Padre siamo una cosa sola

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,22-30

Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Parola del Signore.

Le Parole di Gesù di questa mattina toccano un nodo di verità profonda e sono parole che esprimono con puntualità e precisione la sua origine. Nonostante ciò Egli cerca di evitare le trappole che i Giudei gli tendono per cercare di accusarlo ed eliminarlo. Gesù lo sa bene ma è anche consapevole che non è ancora giunta la sua ora. Pertanto schiva le trappole e i tranelli pur restando dentro un solco di verità. In questo modo non solo ci dona Verità sulla sua persona ma soprattutto ci offre un esempio affinché anche noi nel corso della nostra vita quotidiana pur dicendo sempre cose vere restiamo prudenti di fronte a finte amicizie che cercano di farci esporre con dichiarazioni che possono danneggiarci. L’esempio di Gesù perciò è chiaro: dire sempre cose vere con prudenza e moderazione, con calma e intelligenza, con attenzione e rispetto, con linguaggio pacificante e dialogante. E tutto questo anche quando di fronte a noi ci sono persone che spargono maldicenze, falsità e gettano discredito su noi stessi. La migliore difesa non è l’attacco (questo lo fanno i prepotenti). La migliore difesa è la prudenza che non altera la verità e l’uso della pazienza anche di fronte al male che rischiamo di subire o abbiamo subito. Pazienza!!!

Buon cammino

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Io sono la porta …

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,1-10

In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

Parola del Signore

Finché restiamo in questo mondo noi siamo dentro un fluire del tempo chiuso tra la vita e la morte. Ed è in questa spazio e in questo tempo che s’incrociano molti voci e tante proposte di vita ma una sola proviene dal Pastore buono, una sola ci consente di di entrare e uscire e trovare pascolo. Le altre, tutte le altre, provengono da ladri e briganti … Gesù ci dice che se desideriamo essere ricchi dobbiamo farci poveri (Mt 6,19; Mc 10,21), la forza sta nei deboli e non nei potenti (2 Cor 12,10), la gioia si sente se ci facciamo piccoli (Mt 11,25); la vita è piena se la doniamo ci dice che abbiamo la vita se la doniamo con generosità (Mt 16,25). Facciamo attenzione alle proposte di successo, ai desideri di potere all’accumulo di denaro … sono proposte che non danno la felicità, la gioia è la vita vera. Piuttosto provocano ansia, preoccupazione, orgoglio, sviluppano cattiverie, invidie, gelosie … La vita vera, quella buona, invece, cammina e si fida e affida al buon Pastore la cui vita è povera, umile, debole, semplice, generosa, misericordiosa e mai, mai banale perché fondata sulla bellezza del Vangelo dove l’unica Parola unisce le diversità e costruisce ponti.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Aquila e Priscilla