Il vangelo dell’11 aprile
Dal vangelo di Gv 6,22-29
«In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Queste parole di Gesù sono cosi chiare che il commento appare superfluo. Possiamo quindi riconoscere …che oltre al pane fatto di farina, acqua e lievito, per vivere abbiano bisogno di Lui. Le sue parole confermano che la nostra ricerca di Dio trova origine e proviene dal fondo del cuore e ci appartiene profondamente.
Quello spezzare il pane di Gesù (la sua Parola, insomma), diventa segno e simbolo di un’esigenza umana che si collega alla ricerca della salvezza. Non basta mangiare e bere ma occorre offrire un ristoro all’anima che ha bisogno di quella pace e di quella gioia che possiamo riceve solo da Lui. Per questo lo cerchiamo e vogliamo trovarlo. Ebbene tutto questo Gesù lo sa bene ed è pronto a donare se stesso per noi. Un Dio che si è fatto uomo per prendere su di se il fardello dei nostri peccati e scaricare dalle nostre spalle con il perdono e la misericordia quei pesi che ci opprimono e che rendono la nostra vita faticosa. Il pane e il vino che ci dona Gesù sono il dono di cui abbiamo veramente bisogno per riconoscerci Figli amati e uomini liberi di accoglierlo e farci abbracciare.