La preparazione di quanti hanno già formalizzato un fidanzamento, quando la comunità parrocchiale riesce a seguirli con buon anticipo, deve anche dare loro la possibilità di riconoscere incompatibilità e rischi. In questo modo si può arrivare ad accorgersi che non è ragionevole puntare su quella relazione, per non esporsi ad un fallimento prevedibile che avrà conseguenze molto dolorose.
Il problema è che l’abbaglio iniziale porta a cercare di nascondere o di relativizzare molte cose, si evitano le divergenze, e così solamente si scacciano in avanti le difficoltà. I fidanzati dovrebbero essere stimolati e aiutati a poter esprimere ciò che ognuno si aspetta da un eventuale matrimonio, il proprio modo di intendere quello che è l’amore e l’impegno, ciò che si desidera dall’altro, il tipo di vita in comune che si vorrebbe progettare. Queste conversazioni possono aiutare a vedere che in realtà i punti di contatto sono scarsi, e che la sola attrazione reciproca non sarà sufficiente a sostenere l’unione. Nulla è più volubile, precario e imprevedibile del desiderio, e non si deve mai incoraggiare una decisione di contrarre matrimonio se non si sono approfondite altre motivazioni che conferiscano a quel patto possibilità reali di stabilità.
In ogni caso, se si riconoscono con chiarezza i punti deboli dell’altro, occorre avere una fiducia realistica nella possibilità di aiutarlo a sviluppare il meglio della sua persona per controbilanciare il peso delle sue fragilità, con un deciso interesse a promuoverlo come essere umano. Questo implica accettare con ferma volontà la possibilità di affrontare alcune rinunce, momenti difficili e situazioni conflittuali, e la salda decisione di prepararsi a questo. Si devono poter individuare i segnali di pericolo che potrà avere la relazione, per trovare prima di sposarsi i mezzi che permettano di affrontarli con successo. Purtroppo molti arrivano alle nozze senza conoscersi. Si sono solo divertiti insieme, hanno fatto esperienze insieme, ma non hanno affrontato la sfida di mostrare sé stessi e di imparare chi è realmente l’altro. Papa Francesco 🌻
Essere se stessi è la vera chiave per comprendere una relazione. Conoscere i pregi e i difetti propri e dell’altro, confrontare le proprie attese e con quelle dell’altro, specchiare i propri sogni e i propri desideri nel cuore e con i pensieri dell’altro … questa è la via per preparare un matrimonio. Tutto ciò è vero ma è anche vero che occorre avere il coraggio e la forza di lanciarsi in un’avventura affascinante per vivere la vita in maniera da scrivere una pagina di umanità unica ed irripetibile. Si tratta di avere “il coraggio di fare scelte” una cosa che, spesso, manca a molti giovani. Scegliere uno stile di vita, una relazione, una persona, un impegno … sono tutte cose spesso fatte senza responsabilità e in qualche caso, invece, non fatte per la paura o i pregiudizi di sbagliare. Nell’uno e nell’altro caso si tratta di atteggiamenti di non vita. La vita vera, invece, è fare scelte. Farle con giudizio, con responsabilità e, per quanto possibile bene, sapendo che la vita concreta ci riserva sempre sorprese. Se, invece, queste scelte non le facciamo di fatto non viviamo e ci lasciamo vivere. Questo si che è un atteggiamento davvero sbagliato. Allora coraggio è tempo di fare scelte per la vita!!! Franca e Vincenzo 🌻🌻