. Oggi, credenti e non credenti sono d’accordo sul fatto che la terra è essenzialmente una eredità comune, i cui frutti devono andare a beneficio di tutti. Per i credenti questo diventa una questione di fedeltà al Creatore, perché Dio ha creato il mondo per tutti. Di conseguenza, ogni approccio ecologico deve integrare una prospettiva sociale che tenga conto dei diritti fondamentali dei più svantaggiati.
Il principio della subordinazione della proprietà privata alla destinazione universale dei beni e, perciò, il diritto universale al loro uso, è una “regola d’oro” del comportamento sociale, e il «primo principio di tutto l’ordinamento etico-sociale». La tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata. San Giovanni Paolo II ha ricordato con molta enfasi questa dottrina, dicendo che «Dio ha dato la terra a tutto il genere umano, perché essa sostenti tutti i suoi membri, senza escludere né privilegiare nessuno». Sono parole pregnanti e forti. Ha rimarcato che «non sarebbe veramente degno dell’uomo un tipo di sviluppo che non rispettasse e non promuovesse i diritti umani, personali e sociali, economici e politici, inclusi i diritti delle Nazioni e dei popoli». Con grande chiarezza ha spiegato che «la Chiesa difende sì il legittimo diritto alla proprietà privata, ma insegna anche con non minor chiarezza che su ogni proprietà privata grava sempre un’ipoteca sociale, perché i beni servano alla destinazione generale che Dio ha loro dato». Pertanto afferma che «non è secondo il disegno di Dio gestire questo dono in modo tale che i suoi benefici siano a vantaggio soltanto di alcuni pochi». Questo mette seriamente in discussione le abitudini ingiuste di una parte dell’umanità. Papa Francesco
I beni della terra appartengono all’uomo e sono destinati a soddisfare le esigenze di tutti. Ogni proprietà privata che danneggia l’uso comune dei beni è un abuso da denunciare.
Il fatto che papa Francesco ne parli con termini cosi chiari e limpidi ci fa comprendere l’importanza della questione che non può essere sottovalutata e che va invece messa al centro del dibattito economico.
I poveri vantano, quindi, un vero proprio diritto sui beni finiti nelle mani di pochi ha haano accaparrato tutte le maggiori risorse del pianeta. In questo senso sarà necessario un sempre maggiote sforzo comunicativo del Vangelo in modo da cambiare le nostre scelte quotidiane per uniformarle al dettato del nuovo testamento che ci vuole tutti liberi Figli dell’unico Dio. Franca e Vincenzo