” … gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”. Matteo 1, 16-24
Oggi è la festa della natività di Maria ma all’eremo desideriamo mettere al centro dei nostri pensieri Giuseppe.
Giuseppe non parla mai. I vangeli non ci riferiscono sue parole. Giuseppe, però è l’uomo dei sogni, l’uomo che vive realizzando i sogni e fidandosi del suo profondo. Sta in silenzio, sogna, ascolta, riflette, medita e poi trasforma tutto in vita.
Per amore e solo per amore accoglie Maria della quale è follemente innamorato, accoglie il bambino che Maria porta nel grembo di cui lui è padre secondo la Legge e non secondo la carne. Accetta che quel bambino sia il figlio di Dio generato dallo Spirito Santo ( un Dio che genera se stesso); accetta l’impossibile dell’uomo sulla fiducia ( fede) che tutto è possibile a Dio; accetta di educare e amare quel bambino insegnandoli il senso della vita. Giuseppe è proprio il modello del pazzo di Dio che vive una vita fidandosi e affidandosi a Dio che sente accanto a se e che gli parla attraverso l’angelo.
Cosa ci insegna allora Giuseppe? A noi insegna l’arte del silenzio, la pratica di una fede che si fa vita e una vita piena di senso capace di riempire tutti gli spazi di tempo e di luogo di un mistero che pur essendo inaccessibile resta dolce, tenero e coinvolgente totalmente.
Ecco, all’eremo Giuseppe ha davvero un posto speciale, un posto privilegiato al quale ispirarci per vivere il silenzio e la fiducia in un Dio che si svela nell’impossibile che diventa possibile, in un quotidiano fatto di cose piccole, semplici ed essenziali.