«Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».
Ipocriti. Gesù definisce i dottori della Legge degli ipocriti capaci di caricare gli uomini di pesi insopportabili che non portano e non porteranno mai.
Oggi, purtroppo, non è difficile ritrovare la stessa realtà. Ci sono maestri o sedicenti tali che dicono e non fanno, che sono esigenti con gli altri e che si esentano loro stessi da ogni sforzo. Si tratta di finti maestri o dottori della Legge che non combattono nessuna battaglia spirituale nel cercare di fare la volontà del Padre e che si arrogano il diritto di farsi maestri degli altri. Sono uomini investiti di un potere che giudica e opprime gli altri; che impongono comportamenti e regole prive di senso e significato vero rendendo la vita degli altri difficile e piena di colpe. Sono finti maestri che esercitano un potere che opprime e non libera, che schiaccia ogni espressione del cuore e che, di fatto, rifiuta il soffio di quello Spirito che suscita sempre cose nuove e imprevedibili. Questi finti maestri, gelosi del loro potere, ( ormai vuoto), continuano a vivere ignari e indifferenti allo Spirito volendo ingabbiare gli altri nei loro schemi mentali funzionali all’esercizio del loro potere.
E allora? Allora è proprio necessario e diciamo urgente che sappiamo riconoscere e capire i nostri errori; che il Signore ci aiuti a non farci maestri degli altri perché uno solo è il Maestro e ci spinga, invece, a combattere la buona battaglia della fede che deve guidare i nostri passi; che ci faccia riconoscere i nostri peccati e ci induca a chiedere la misericordia di Dio. È necessario che ciascuno inizi il proprio cammino di liberazione da maestri che si ritengono gli unici depositari dello Spirito mentre sappiamo bene che questo dono è elargito a tutti.
L’invito, oggi, è quello di iniziare il proprio cammino di conversione e di ascolto dello Spirito. Noi abbiamo già cominciato. E voi cosa aspettare?
franca e vincenzo
Grazie per la parola. Un abbraccio.