In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Gesù li invia due a due. Non sono i dodici che aveva scelto come apostoli ma settantadue che manda davanti a Lui per annunciare un messaggio di gioia: la buona notizia.
La prima cosa che ci viene in mente è che gli inviati sono discepoli e cioè uomini e donne di buona volontà che lo seguono da semplici cristiano. Tutti noi, quindi anche tu che leggi, sei un chiamato ad annunciare il vangelo. L’annuncio della bella notizia non è, perciò, un compito solo di diaconi, preti e vescovi ma un impegno di ogni battezzato. Un compito che richiede passione e conoscenza. Si, la passione di chi è abitato dalla Parola e la conoscenza della Parola che vive nel cuore e nella mente del cristiano che testimonia la propria fede.
La seconda cosa che merita di essere sottolineata è che l’annuncio della Parola viene proposta in coppia. Gesù invia a due a due con il chiaro intento che chi va lo fa con un compagno e non in solitaria. Il cristiano che annuncia non lo fa da solo ma insieme, in fraternità con l’aiuto e il sostegno di un compagno di viaggio. Chi è sposato ha un vantaggio in questo compito. Marito e moglie sono coppia capace di fare l’annuncio, capaci di sostenersi reciprocamente nella vita e nell’annuncio della Parola dando testimonianza della loro fede. Abbiamo tanti esempi … pensiamo ad Aquila e Priscilla … e a tanti altri sposi che hanno mostrato come questa missione di coppia affonda le sue origini nell’affascinante vita della prima comunità cristiana. Una realtà che il clericalismo ha di fatto bloccato e impedito e che il Concilio Vaticano II ci ha fatto riscoprire e che il laicato deve avere la forza, il coraggio e la capacità di riscoprire e proporre. Forse chi intraprende questa strada potrà avere attorno diffidenze e magari dovrà superare ostacoli e gelosie ma l’amore per Cristo non potrà impedire loro di andare avanti. Il Vangelo è per tutti e tutti abbiamo il dovere e la possibilità di annunciare la buona notizia sia con la vita che con la Parola.
Terza considerazione e proposta: trasformare le case in piccole Chiese dove la Parola viene condivisa e dove Gesù si può adorare e contemplare. Tutto ciò, perché lo stesso Gesù ce lo chiede e non possiamo far finta di nulla o lasciare il compito al solo clero chiamato ad un servizio e non ad esercitate un potere.
Coraggio e buon cammino, Gesù conta su di voi.
Franca e Vincenzo