Ieri è stata la festa di Santo Stefano. Siamo tornati a casa verso le 22,00 e acceso il caminetto ci riscaldavamo prima della compieta. La fiamma viva sembrava aiutare la memoria a ripercorrere la giornata appena trascorsa. Dal mattino fino al pomeriggio siamo stati con le nostre amiche monache di clausura a Montecassino, poi in parrocchia per la Santa Messa e il Concerto dei Ritmi Briganti (canti tradizionali del Natale) e, quindi, prima di rientrare abbiamo fatto una breve visita ad un amico.
Eravamo ancora seduti accanto al camino e mentre avvicinavo i pezzi di legno fra loro e parlavamo di Santo Stefano, diacono e primo martire Franca mi ha chiesto: “Ma per te chi è il diacono?”. Ci ho pensato un attimo e poi ho risposto più o meno cosi: ” Il diacono è un servo del Vescovo. Si tratta di essere servo come Gesù venuto per servire e non per essere servito. Gesù come leggiamo negli atti è diventato uomo e si è fatto servo degli uomini e, “beneficando e risanamento tutti quelli che erano sotto il dominio del diavolo” ha mostrato il volto sempre e soltanto buono del Dio-Padre”. Di conseguenza tutta la Chiesa è chiamata a vivere in maniera diaconale. Ecco allora che lo Spirito chiede a tutti di essere servi. Gli Apostoli sono servi inviati a scacciare i demoni (il male) e i diaconi partecipano a questo servizio. E a dirci questo sono proprio le scritture. La prima testimonianza la troviamo nella Lettera ai Filippesi scritta da Paolo nel 56/57 e che recita così: “Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi”. Insomma fin dalle origini nella Chiesa c’erano i vescovi, coadiuvati dai presbiteri, e i diaconi”.
Intanto era giunta l’ora della compieta… continueremo a parlarne domani.