.«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri» (Gv 15,16-17). Se la vocazione alla gioia dell’amore è l’appello fondamentale che Dio pone nel cuore di ogni giovane perché la sua esistenza possa portare frutto, la fede è insieme dono dall’alto e risposta al sentirsi scelti e amati.
La fede «non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita. Essa fa scoprire una grande chiamata, la vocazione all’amore, e assicura che quest’amore è affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad esso, perché il suo fondamento si trova nella fedeltà di Dio, più forte di ogni nostra fragilità» (Lumen fidei, 53). Questa fede «diventa luce per illuminare tutti i rapporti sociali», contribuendo a «costruire la fraternità universale» tra gli uomini e le donne di ogni tempo (ibid., 54).
Ognuno di noi è un chiamato. Gesù ci guarda, ci chiama e ci invia nel mondo. È questo che da senso alla nostra vita, è questo che da forza alla nostra vita quotidiana ed è sempre questa triplice azione di Gesù che rende le nostre vite uniche, speciali e davvero straordinarie.
L’invito è quello di ascoltare la voce dello Spirito che ogni giorno ci suggerisce nuove strade, nuove mete e ci apre lo sguardo su nuovi orizzonti.
Tutto avviene nello spazio della coscienza dove il dialogo ci apre la conoscenza degli Spiriti buoni che ci indicano le vie da percorrere per essere vere donne e veri uomini.
Chiamati alla gioia, chiamati alla fede nel Risorto, chiamati ad ascoltare la voce dello Spirito che ci apre ad orizzonti nuovi : E’ l’amore che il Padre ha per ciascuno di noi che risuona in questa chiamata e ti accende nel Cuore un Roveto ardente che brucia e non si consuma.