“Servono credenti autorevoli, con una chiara identità umana, una solida appartenenza ecclesiale, una visibile qualità spirituale, una vigorosa passione educativa e una profonda capacità di discernimento. A volte, invece, adulti impreparati e immaturi tendono ad agire in modo possessivo e manipolatorio, creando dipendenze negative, forti disagi e gravi controtestimonianze, che possono arrivare fino all’abuso”.
Genitori e famiglia, pastori, insegnanti e altre figure. Sono questi gli adulti di riferimento di cui parla il documento preparatorio del Sinodo dei Giovani. Senza la presenza forte e credibile di queste figure di adulti i giovani sono lasciati allo sbando e il fallimento è alle porte. La fiducia nei giovani è davvero importante ma lasciarli completamente a loro stessi gli espone gravemente a commettere errori che peseranno sul loro futuro. Di questo gli adulti sono responsabili.
Sarà perciò molto importante accompagnarli nei loro primi passi nel mondo delle responsabilità non impossessandosene, non manipolandoli a proprio piacere, non usandoli ma aprendo loro lo sguardo fino a lasciarli andare davvero nella vita. In certi contesti, soprattutto in questo tempo, purtroppo, sta accadendo il contrario. C’è una sorta di moda, forse addirittura di insofferenza che esclude gli adulti, ritenuti inutili o addirittura dannosi, nonostante siano ancora nel pieno degli anni pronti a donare misura, competenza, esperienza e saggezza. Stiamo vivendo una sorta di frenesia della gioventù che dovrebbe sanare miracolosamente ogni problema … Non abbiamo ancora capito se questa moda sia un paravento per mascherare pigrizia o sia un modo ingenuo di affrontare i nodi aperti.
Forse anche noi 55 e 51 anni siamo già “inutili”, forse anche noi siamo fuori dal tempo secondo questa moda … Quel che è certo, a parere nostro, senza essere profeti di sventura, è che emarginando tante buone risorse disponibili mancherà da un lato il trapasso della memoria con una perdita che non ha precedenti nella storia di qualsiasi tempo e dall’altra vi sarà un depotenziamento dell’azione nel contesto sociale che potrà imboccare vie senza progetto o, peggio, rifugiarsi nella nostalgia. D’altra parte che questa linea di tendenza stia producendo disorientamento e poco frutto lo vediamo già a livello politico dove il giovanilismo si è auto frantumato provocando l’ennesima crisi di governo. Aver messo da parte tutta intera una classe dirigente che nel bene e nel male ha guidato negli anni le decisioni sostituendola con giovani senza esperienza non crediamo possa portare buoni frutti. A questo si aggiunge il clima di conflitto permanente. Forse la cosa più urgente è quella di proporre a questo mondo e a questa Italia una vera politica di pacificazione e di ricreare un clima di unità. Per fare questo occorre partire dal nostro piccolo mondo famigliare; dai nostri ambienti di lavoro; dagli ambiti sociali e associativi; dai Comuni … Il resto verrà, ma sarà buono se, con sincerità vedrà la collaborazione di tutti. Escludendo gli altri o chi potrebbe farci ombra non porta da nessuna parte. Da soli c’è il fallimento, purtroppo.
Lo stesso documento in preparazione del sinodo dei giovani, infatti, parla degli adulti e richiama la loro esperienza e il loro impegno:
“Tutti costoro danno testimonianza di vocazioni umane e cristiane accolte e vissute con fedeltà e impegno, suscitando in chi li vede il desiderio di fare altrettanto: rispondere con generosità alla propria vocazione è il primo modo di fare pastorale vocazionale”.
Testimoniare con la propria vita la fede in Gesù Risorto e’ il primo impegno che un adulto deve assumere nei confronti dei figli e delle nuove generazioni. Uno stile di vita improntato sulle beatitudini può essere un buon punto di partenza, prima ancora di qualunque discorso. E’ difficile, ma la nostra fede si misura proprio nella consapevolezza di essere inadeguati e di mettersi nelle mani del Signore.