“Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa”.
Questa sera vogliamo condividere qualche parola sulla Chiesa del grande Carlo Carretto …
“Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo!
Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo!
Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza.
Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità!
Nulla ho visto al mondo di più oscurantista, più compresso, più falso e nulla ho toccato di più puro, di più generoso, di più bello.
Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porte della mia anima, quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure.
No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te.
E poi, dove andrei?
A costruirne un’altra?
Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò, sarà la mia Chiesa, non più quella di Cristo.
Sono abbastanza vecchio per capire che non sono migliore degli altri. …”.
Lago di Galilea, un fuoco di brace, profumo di pesce arrosto frutto di una pesca miracolosa. Il Signore chiede per tre volte a Pietro se lo ama più di costoro e per tre volte gli dice di pascere i suoi agnelli, le sue pecorelle. Ma il Signore quella domanda la pone oggi al cuore di ciascuno di noi e se rispondiamo si, rivolge lo stesso invito. Tutti siamo Pietro, tutti siamo chiamati a condurre a lui i nostri fratelli.