Il prologo della Regola prosegue chiarendo che essa si rivolge a chi ha deciso di rinunciare alla propria volontà. In particolare chi vuole seguire la Regola di San Benedetto si sottopone alla volontà del Signore Gesù Cristo.
È una scelta di campo molto netta che per essere seguita necessita di molta preghiera. Ed è così che il prologo prosegue con queste parole …
- Prima di tutto chiedi a Dio con costante e intensa preghiera di portare a termine quanto di buono ti proponi di compiere,
- affinché, dopo averci misericordiosamente accolto tra i suoi figli, egli non debba un giorno adirarsi per la nostra indegna condotta.
Poi il prologo va oltre invitando ad ascoltare la Scrittura … Scrittura che è Parola di Dio, Parola che parla al cuore e che ci chiama.
- Fratelli carissimi, che può esserci di più dolce per noi di questa voce del Signore che ci chiama?
- Guardate come nella sua misericordiosa bontà ci indica la via della vita!
- Armati dunque di fede e di opere buone, sotto la guida del Vangelo, incamminiamoci per le sue vie in modo da meritare la visione di lui, che ci ha chiamati nel suo regno.
- Se, però, vogliamo trovare dimora sotto la sua tenda, ossia nel suo regno, ricordiamoci che è impossibile arrivarci senza correre verso la meta, operando il bene.
- Ma interroghiamo il Signore, dicendogli con le parole del profeta: “Signore, chi abiterà nella tua tenda e chi dimorerà sul tuo monte santo?”.
- E dopo questa domanda, fratelli, ascoltiamo la risposta con cui il Signore ci indica la via che porta a quella tenda:
- “Chi cammina senza macchia e opera la giustizia;
- chi pronuncia la verità in cuor suo e non ha tramato inganni con la sua lingua;
- chi non ha recato danni al prossimo, né ha accolto l’ingiuria lanciata contro di lui”;
- chi ha sgominato il diavolo, che malignamente cercava di sedurlo con le sue suggestioni, respingendolo dall’intimo del proprio cuore e ha impugnato coraggiosamente le sue insinuazioni per spezzarle su Cristo al loro primo sorgere;
- gli uomini timorati di Dio, che non si insuperbiscono per la propria buona condotta e, pensando invece che quanto di bene c’è in essi non è opera loro, ma di Dio,
- lo esaltano proclamando col profeta: “Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria!”.
- Come fece l’apostolo Paolo, che non si attribuì alcun merito della sua predicazione, ma disse:” Per grazia di Dio sono quel che sono”
- e ancora: “chi vuole gloriarsi, si glori nel Signore”.
A domani.