Il monaco è chiamato a tenere cura del silenzio in tutti i tempi, ma una posizione di privilegio va riservata al tempo della notte. Forse è l’ora nella quale sarà importante avviare un’opera di rieducazione al grande silenzio. Certo, San Benedetto vede quanto sia necessario il silenzio notturno per salvaguardare il riposo di dieci o venti monaci che dormivano nello stesso luogo. Ma e` anche certo che pensa alla “spiritualita`” – per cosi` dire – della notte.
La notte e`, infatti il tempo delle grandi rivelazioni di Dio nell’antica e nella nuova alleanza: nel silenzio della notte il Verbo incarnato e` apparso per la prima volta tra noi (cf. la liturgia del Natale); nel silenzio della notte il nostro Redentore e` risorto dal sepolcro; nel silenzio della notte, Cristo si intratteneva a colloquio col Padre. Il monaco dovrebbe, in questo grande silenzio, prolungare la sua preghiera personale che nasce dalla liturgia e delle liturgia e` luce e alimento (cf. di nuovo quanto detto sulla notte e la veglia in vista della preghiera, nell’Excursus sulla preghiera).
- I monaci devono custodire sempre il silenzio con amore, ma soprattutto durante la notte.
- Perciò in ogni periodo dell’anno, sia di digiuno oppure no, si procederà nel modo seguente:
- se non si digiuna, appena alzati da cena, i monaci si riuniscano tutti insieme e uno di loro legga le Conferenze o le Vite dei Padri o qualche altra opera di edificazione,
- ma non i primi sette libri della Bibbia e neppure quelli dei Re, perché ai temperamenti impressionabili non fa bene ascoltare a quell’ora i suddetti testi scritturistici, che però si dovranno leggere in altri momenti;
- se invece fosse giorno di digiuno, dopo la celebrazione dei Vespri e un breve intervallo, vadano direttamente alla lettura di cui abbiamo parlato
- e leggano quattro o cinque pagine o quanto è consentito dal tempo a disposizione,
- perché durante questo intervallo della lettura possano radunarsi tutti, compresi quelli che fossero eventualmente stati occupati in qualche incombenza.
- Quando saranno tutti riuniti, dicano insieme Compieta, all’uscita dalla quale non sia più permesso ad alcuno di pronunciare una parola.
- Chiunque sia colto a trasgredire questa regola del silenzio venga severamente punito,
- eccetto il caso in cui sopraggiungano degli ospiti o l’abate abbia dato un ordine a un monaco;
- ma anche in questa eventualità bisogna procedere con la massima gravità e il debito riserbo.