Il Concilio fu davvero una grande svolta. Con la Costituzione sulla liturgia i fedeli non furono più considerato spettatori ma divennero soggetti attivi. Si cominciò a pregare in modo nuovo e a vivere la stessa fede in modo nuovo … Le discussioni furono aspre ma alla fine si decise l’uso delle lingue nazionali. La Sacrosanctum Concilium fu approvata con soli quattro voti contrari.
Il Concilio ha recuperato il valore e la centralità dell’assemblea nella celebrazione ossia la partecipazione piena, attiva e comunitaria del popolo di Dio.
La prima liturgia in lingua italiana di celebrata il 7 marzo 1965 e siccome non c’era stato il tempo di spostare gli altari, solo in alcune parrocchie i fedeli cominciarono a guardare in viso il celebrante e a recitare o cantare con lui il Credo e il Santus. Fu come scoprire l’esistenza di una Chiesa diversa, più aperta, più vicina alla gente. Due cardinali, però, Ottaviano e Bacci, quando usci il nuovo Messale accusarono addirittura papa Paolo VI di aver abbandonato la dottrina di Trento. I conflitti più gravi, però, scoppiarono in Olanda e in Francia con la ribellione di mons. Marcel Lefebvre poi scomunicato da Giovanni Paolo II. Ora la nuova liturgia è patrimonio delle comunità anche se ci sono tentativi di ritorno ad un passato espressione di una Chiesa piramidale e costantiniana. Non si può però non notare che la vita spirituale è molto più intensa di quella preconciliare basti notare i piccoli gruppi e i grandi movimenti che mettono al centro la Parola di Dio.