Oggi per un misterioso disegno del Signore ho accolto con Franca all’eremo Maria la cui zia, monaca camaldolese, è stata una delle fondatrici del Monastero Camaldolese in Tanzania.
Conoscevo Maria da tempo sia perché frequenta una chiesetta di campagna nel Comune di Minturno dove faccio il mio servizio da diacono sia perché quando ero bambino lei spesso mi accudiva perché mia nonna e la mamma abitavano vicinissime. Poi ci eravamo persi di vista fino a quando non ci siamo ritrovati 50 anni dopo … Ma non è tutto. Solo adesso ho scoperto che la zia è stata monaca camaldolese e che Maria da bambina ma poi fino a qualche anno fa ha frequentato proprio il Monastero di Sant’Antonio Abate in Roma, del quale siamo oblati dallo scorso 8 luglio. Davvero il Signore scrive pagine misteriose con le nostre vite.
Questa scoperta reciproca (neanche lei sapeva, infatti, che noi siamo legati alle camaldolesi romane) è davvero una grande sorpresa. Un evento che ci rimette in cammino sulle strade della vita sapendo di avere questo legame spirituale così forte e coinvolgente. La cosa è davvero strana anche perché nessuno o quasi ricorda che una figlia di questa terra è stata camaldolese. Sarà interessante ora ricostruire la storia di Maria Paola (la zia di Maria) sapendo che il carisma camaldolese ha radici antiche anche fra queste colline cariche di storia e di fede semplice capace di scrivere pagine che riemergono oggi dalla memoria per alimentare nuove vie e nuove strade.
Concludo con Etty Hillesum:
“”La vita è così curiosa, sorprendente e infinitamente ricca di sfumature! A ogni curva del suo cammino si apre una vista del tutto diversa. La maggior parte delle persone ha nella propria testa idee convenzionali su questa vita. Dobbiamo avere il coraggio di abbandonarle, dobbiamo osare il gran salto nel mondo e allora sì che la vita diventa infinitamente ricca e abbondante, anche nei suoi più profondi dolori”