Spesso ci chiediamo se oggi nella nostra amata Chiesa ci siano donne e uomini, famiglie e comunità in attesa del domani di Dio. Ci chiediamo se la speranza sia ancora oggi una categoria capace di coniugare la vita semplice del Vangelo. Questa domanda trova, purtroppo, risposte ambigue e spesso è addirittura fuori dall’orizzonte della vita di tanti cristiani.
Abbiamo notato che, con sempre maggiore intensità, il pensiero e la pratica della vita porta a pensare all’oggi. Un oggi che non genera quiete e pace nei cuori che appaiono sempre più agitati e sempre più persi nella ricerca di nuove emozioni prive di stabilità.
L’eremo di famiglia camaldolese è il tentativo, invece, di vivere nel presente il desiderio dell’attesa del domani di Dio; è il tentativo semplice, ordinario, sobrio, essenziale e per nulla banale o scontato di vivere, in ambito laico e familiare, la centralità del Cristo risorto e, quindi, la speranza cristiana.
Questi piccoli pensieri illuminano la nostra notte della domenica dedicata alla Trasfigurazione, occasione nella quale una luce presenta a Pietro, Giacomo e Giovanni un Gesù splendente. Si tratta, come ci dice il vangelo, di un’apparizione fugace, di un momento intenso e liberante che tocca cuore e mente dei tre discepoli. È un’esperienza straordinaria che aiuta a cambiare vita. Ebbene questa visione accompagna il nostro quotidiano spingendoci a guardare oltre l’oggi in attesa del domani di Dio con il cuore pieno di speranza … In questo camminare l’eremo camaldolese ispirato a San Romualdo e alla sua intuizione di convivenza tra vita cenobitica e vita eremitica è ciò che guida l’eremo di famiglia dove far convivere la vita della famiglia con il desiderio da un lato di vivere il quotidiano con le altre famiglie e dall’altra il desiderio di custodire il silenzio alimentando questo tentativo con la Parola pregata, meditata e contemplata … Buon cammino a te e a voi tutti portando dentro la speranza del domani di Dio da attendere nel silenzio che è l’unica vera possibilità di ascoltare la Parola. Che Dio vi benedica.