Dotti e sapienti,
ricchi, potenti e spesso duri,
fanno delle forme un culto,
gabbie per i semplici.
Osservano, ascoltano e
impongono pesanti fardelli.
Sono loro, sempre loro,
con fare prepotente,
con palesi abusi,
esercitano il potere.
Intanto la mano inaridita
di un piccolo uomo
messa al centro
riprende coraggio e forza.
Scribi e farisei guardano perplessi,
s’infuriano e ordiscono trame,
meditano vendetta di lesa maestà.
È brutto essere presi di mira,
sentire di non essere compresi e,
per questo, perseguitati.
Ma la fede non ha padroni,
non è una gabbia,
è via che libera gli schiavi,
che costruisce persone,
che invita alla missione.
Il Vangelo, buona notizia,
dona forza e coraggio
a vite spente e mani inaridite
mani che ora toccano quelle del Padre.
Franca e Vincenzo osb-cam
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,6-11
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Parola di Dio