Chi veglia aspetta. Aspetta il suo “padrone”. Aspetta il suo Signore, quello che gli ha affidato la sua casa. Un compito di fiducia, di grande fiducia. Siamo, quindi, investiti di una bella responsabilità che ci chiede un agire attivo. Un “fare” per “essere”; un vivere semplice, vero, autentico. Restiamo svegli (quindi “operativi”) aperti ad accogliere l’altro che incrociamo faccia a faccia per comunicare con parole e gesti che noi siamo fratelli e figli dello stesso Padre che ci ama e ci ha affidato la sua casa.
Franca e Vincenzo, oblati osb-cam
Mc 13,33-37
Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Parola del Signore