E così, a trionfare è la presenza invisibile di Dio nelle vicende del mondo. L’angelo Raffaele sa, … egli è il messaggero di Dio che suggerisce parole, azioni e pensieri. I personaggi, invece, sono persone aperte all’ascolto, donne e uomini di preghiera, capaci di benedire Dio in ogni circostanza anche quelle che umanamente ci turbano. Il Dio presente nel Libro di Tobia è un Dio che castiga e che ha misericordia e che comprenderemo come Dio-Amore solo nel nuovo testamento. Ma tornando a questo capitolo 11 vediamo emergere il vecchio Tobi che recuperando la vista, ritrova il suo ruolo di padre e scopre come tutta la sua vicenda, compreso il suo dolore, ha avuto un senso. Il vecchio Tobi non è più un vivo tra i morti: è di nuovo un essere umano capace di amore e di speranza. Il capitolo insiste di nuovo sull’importanza dei legami familiari, celebrati all’arrivo della sposa novella nella sua nuova casa. Ma ciò che appare più importante, in questo capitolo, è la doppia benedizione pronunciata da Tobi: dopo aver recuperato la vista, e poi all’arrivo di Sara. Per ben otto volte ricorre il verbo greco che esprime “benedire”. Chiediamoci in quale modo noi accogliamo le vicende della vita. Quali sono le nostre reazioni? Siamo capaci di benedire anche nei momenti difficili? Buona giornata 💫🤗
Franca e Vincenzo oblati osb-cam
Tobia – Capitolo 11
[1]Quando furono nei pressi di Kaserin, di fronte a Ninive, disse Raffaele:[2]«Tu sai in quale condizione abbiamo lasciato tuo padre. [3]Corriamo avanti, prima di tua moglie, e prepariamo la casa, mentre gli altri vengono». [4]Allora s’incamminarono tutti e due insieme. Poi Raffaele gli disse: «Prendi in mano il fiele». Il cane li seguiva. [5]Anna intanto sedeva a scrutare la strada per la quale era partito il figlio. [6]Le parve di vederlo venire e disse al padre di lui: «Ecco viene tuo figlio con l’uomo che l’accompagnava». [7]Raffaele disse a Tobia prima di avvicinarsi al padre: «Io so che i suoi occhi si apriranno.[8]Spalma il fiele del pesce sui suoi occhi; il farmaco intaccherà e asporterà come scaglie le macchie bianche dai suoi occhi. Così tuo padre riavrà la vista e vedrà la luce». [9]Anna corse avanti e si gettò al collo del figlio dicendogli: «Ti rivedo, o figlio. Ora posso morire!». E pianse. [10]Tobi si alzò e, incespicando, uscì dalla porta del cortile. [11]Tobia gli andò incontro, tenendo in mano il fiele del pesce. Soffiò sui suoi occhi e lo trasse vicino, dicendo: «Coraggio, padre!». Spalmò il farmaco che operò come un morso, [12]poi distaccò con le mani le scaglie bianche dai margini degli occhi. [13]Tobi gli si buttò al collo e pianse, dicendo: «Ti vedo, figlio, luce dei miei occhi!». [14]E aggiunse: «Benedetto Dio! Benedetto il suo grande nome! Benedetti tutti i suoi angeli santi! Benedetto il suo grande nome su di noi e benedetti i suoi angeli per tutti i secoli. Perché egli mi ha colpito ma poi ha avuto pietà ed ecco, ora io contemplo mio figlio Tobia».[15]Tobia entrò in casa lieto, benedicendo Dio con quanta voce aveva. Poi Tobia informò suo padre del viaggio che aveva compiuto felicemente, del denaro che aveva riportato, di Sara figlia di Raguele, che aveva presa in moglie e che stava venendo e che si trovava ormai vicina, alla porta di Ninive.[16]Allora Tobi uscì verso la porta di Ninive incontro alla sposa di lui, lieto e benedicendo Dio. Quando la gente di Ninive lo vide passare e camminare con tutto il vigore di un tempo, senza che alcuno lo conducesse per mano, fu presa da meraviglia; Tobi proclamava davanti a loro che Dio aveva avuto pietà di lui e che gli aveva aperto gli occhi. [17]Tobi si avvicinò poi a Sara, la sposa di suo figlio Tobia, e la benedisse: «Sii la benvenuta, figlia! Benedetto sia il tuo Dio, perché ti ha condotta da noi, figlia! Benedetto sia tuo padre, benedetto mio figlio Tobia e benedetta tu, o figlia! Entra nella casa che è tua in buona salute e benedizione e gioia; entra, o figlia!». [18]In quel giorno ci fu una grande festa per tutti i Giudei di Ninive [19]e Achikar e Nadab suoi cugini vennero a congratularsi con Tobi. [20]E si festeggiarono le nozze di Tobia con gioia per sette giorni.
La scena del ritorno è dominata dalla descrizione della guarigione del vecchio Tobi; qui si incrociano tre diversi elementi. A prima vista, l’azione di Tobia nei confronti del padre sembra un normale atto terapeutico, condotto secondo i canoni del tempo. Ma il fatto che Tobia segua i consigli di Azaria mette in rilievo la presenza nascosta e discreta di Dio. Infine, il terzo elemento è il tema del figlio che cura il padre. Così la guarigione del vecchio Tobi è un’opera umana guidata da Dio, ma è anche il frutto della raggiunta maturità del figlio che ora è in grado di rendere la vista al padre. Per questo motivo diviene di grande valore simbolico l’esclamazione del v. 14: “ora vedo mio figlio Tobia!”.