L’Abate Zenone raccontava che una volta, quando era in cammino verso la Palestina, si era seduto sotto un albero, essendo stanco del viaggio. Era proprio vicino a un campo di cocomeri. In cuor suo pensò di alzarsi e di mangiare un cocomero per recuperare energie. Infatti – egli disse – non sarebbe stato gran cosa prenderne uno. Ma, rivolto a se stesso, disse: Quando i ladri vengono condannati subiscono la tortura. Così anch’io dovrei mettermi alla prova e vedere se sono in grado di sopportare i tormenti che sopportano i ladri. E alzatosi immediatamente restò in piedi sotto il calore del sole per cinque giorni e bruciò il suo corpo. Allora disse nella sua mente: Non potrei sopportare le torture, perciò non devo rubare, ma lavorare con le mie mani come è consuetudine e vivere del frutto della mia fatica, come dice la Sacra Scrittura: Se mangerai del lavoro delle tue mani sarai benedetto e il bene sarà con te [Gn 26, 3-12]. Questo, in verità, è ciò che cantiamo ogni giorno al cospetto di Dio.
La saggezza del deserto: “Detti dei Padri” scelti per gli amici dell’eremo di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla
Franca e Vincenzo, osb-cam