Quanto spazio c’è da qui all’eternità ? Siamo tanto lontani quanto intimi. Siamo lontani perché ancora impelagati con la realtà di questo mondo. Presi da un quotidiano incapace di sollevare lo sguardo e banalmente immerso negli ingranaggi di una locomotiva che, sbuffando, continua a correre nella prateria. Basterebbe un po’ di buon senso a rimettere tutti sulle strade giuste ed invece bloccati da mille “veti” mentali restiamo incatenati e non riusciamo ad ascoltare lo Spirito. Chiusi nei nostri gusci, credendo di proteggerci, rifiutiamo l’eternità che è la realtà vera. Tutto ciò ci impedisce di costruire il nostro domani tanto da essere come quei sadducei che, nel vangelo di domani, domenica 10 novembre 2019, cercano di mettere in difficoltà Gesù con domande provocatorie. Cercando di oltrepassare la lettera di questo tempo, invece, dobbiamo tentare di penetrare oltre il presente e immaginare la nostra condizione futura. Gesù ci offre un panorama nuovo: nulla sarà più come ora perché il cuore della vita sta tutto nell’Amore che supera tempo e spazio.
Chi non sa amare oggi non ci riuscirà neppure dopo e, nel presente, si smarrisce in inutili perdite di tempo restando indifferenti di fronte ai pericoli del giorno per giorno. Gli ostacoli maggiori hanno i seguenti nomi: paura, gelosia, egoismo, indifferenza, brama di potere, desiderio di successo, voglia di accumulare tesori.
È una battaglia dura; resistere alle tentazioni non è cosa da poco e per fare qualcosa occorre coraggio.
Aiutiamo gli altri e noi stessi a vincere i nostri limiti e affrontiamo questo presente cercando di trovare modalità umane centrate sull’Amore capace di superare ogni ostacolo .
Franca e Vincenzo,osb-cam
Lc 20,27-38
Dio non è dei morti, ma dei viventi.
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Parola del Signore