Lettera agli amici dell’eremo 2019.
Prepariamoci ad uscire dal buio. Nella notte di Natale decidiamo di cercare Cristo, luce della nostra vita.
E’ nelle notti buie che il cuore in ansia sussulta. E’ in quelle notti buie che il respiro pulsa al ritmo di un cuore impazzito. E’ nelle notti buie che le lacrime fanno fatica a trovare la via. E’, sempre in quelle notti buie che le mani si stringono e il corpo si irrigidisce assumendo forme contorte tra le lenzuola stropicciate.
In questo buio una domanda: “Che cerchi?”.
Dare una risposta “vera” a questa domanda è come dare inizio ad una svolta. E’ come iniziare a spolverare le macerie, a ripulire la casa, a fare spazio di accoglienza ad un ospite speciale.
Cercare il senso è la via per ritrovare luce e nella luce la serenità e nella serenità la pace. Questo è il cammino dell’uomo. Un continuo, costante desiderio di raggiungere la pace.
L’Amata del Cantico dei Cantici (3,1-5) vive il dramma dell’assenza di Dio. Lo cerca nel suo giaciglio ma non lo trova. Si gira e si rigira nel letto ma è tutto inutile. Gli occhi sbarrati, la mente in confusione, le mani che si agitano, il respiro che si fa ansioso … basta non ce la fa più. Esce, esce di notte in cerca dell’Amato del suo cuore. Attraversa la città, i luoghi del piacere, del divertimento, si immerge nel mondano, nei vizi, magari si fa anche attrarre da facili surrogati ma del suo Amato non c’è traccia.
Poi va oltre, incontra le guardie che fanno la ronda. Incontra una guida spirituale, uno psicologo, un saggio … chiede loro ma non li ascolta, non ascolta la loro risposta. L’Amata è già oltre di loro. Non percepisce il senso dei loro consigli. Lei passa oltre. Cammina ancora ed ecco all’improvviso l’Amato si fa incontrare. L’Amata lo stringe a se, lo stringe forte, lo stringe con grande intensità. Questa volta, pensa, non mi sfuggirà e lo porterò al sicuro.
E’ brutta la notte buia, la notte oscura ma questo è anche il tempo nel quale maturano le sorprese dello Spirito, è il tempo nel quale prende consistenza quella luce nuova che apre ad una vita nuova. Occorre, però, attraversare il tempo dell’aridità, lo spazio dello smarrimento, vivere la prova che umilia. Questo tempo prezioso che impoverisce e svuota è anche il tempo nel quale abbiamo l’occasione di ridare colore alla vita. Quando il tempo nuovo arriverà uno stupore grande ci invaderà il cuore e, finalmente l’Amante e l’Amato si abbracceranno con intensità.
La notte buia e nera diventa il tempo della purificazione, dell’abbandono dell’Ego, della scoperta della gratuità. Fino a che questo buio profondo non ci avrà invaso davvero il cuore non saremo riusciti a purificarci, non saremo riusciti a gettare la maschera del falso che rischia di coprire il nostro vero volto fino alla fine dei nostri giorni.
In questo tempo natalizio allora possiamo chiederci: chi stiamo aspettando? Chi cerchiamo? Chi sto cercando? Riesco ad uscire fuori ad attraversare la città mondana senza conseguenze e decidere di abbandonarmi con fiducia in Dio? Sono consapevole che tutto ciò che ho è un dono, un dono gratuito dell’Amore di Dio?
E’ Cristo, l’Amato per me? Se così non è, con la nostra libertà, possiamo decidere e fare altro. Possiamo negare Cristo, possiamo attaccarci al nostro Ego credendo che senza Dio siamo capaci vincere la notte. Certo, nessuno ci impedisce di fare questa scelta e in tanti l’hanno già fatta. Guardando questo mondo, scrutando questo tempo nel nostro piccolo spazio non sembra che il risultato sia buono e bello.
Noi preferiamo uscire dalla notte cercando l’Amato per poterlo abbracciare e vivere di Lui e per Lui abbandonando la nostra vita nelle sue mani sante.
Buon cammino verso il Natale di Gesù Cristo
Franca e Vincenzo, osb-cam