La casa di Nazareth è il luogo nel quale per trent’anni Gesù cresce, si fortifica, dove si riempie di sapienza e dove la grazia di Dio lo abita. Lo straordinario abita l’ordinario; il complesso si svela nel semplice; il divino si affida all’umano.
Vivere è un cammino nel quale onestà, rispetto, impegno e responsabilità si fanno forza e collaborano per costruire futuro e per scrivere pagine inedite capaci di sorprendere anche chi ne è l’autore.
Questo è il messaggio che emerge dal silenzio dei trent’anni nei quali Gesù vive in questo sperduto villaggio della Galilea abitato da qualche centinaio di persone. Nazareth è un villaggio ai margini, fuori dalle vie principali percorse dalle carovane. Poche case, in parte grotti, senza servizi. Eppure, qui, Maria e Giuseppe lo educano e gli trasmettono le antiche scritture.
Dio ha avuto bisogno di due semplici genitori, si è affidato a loro per cambiare la storia del mondo. Dio si fida di noi, si affida a noi e ci accompagna (tutti, nessuno escluso) perché ci ama e perché crede nell’uomo, in tutti, anche se sbagliamo, anche se non crediamo in Lui. Dio si fida e si affida. Anche noi, siamo invitati a fidarci e ad affidarci a Lui.
Franca e Vincenzo, osb-cam
Dal Vangelo secondo Luca
[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Parola del Signore