Salire sul monte costa fatica ma dalla cima gli occhi raccolgono le meraviglie del creato. Lo stupore pervade il cuore e un fremito di gioia fa vibrare il corpo.
Il monte svela segreti arcani e anche i misteri trovano un senso. Lassù dove la terra tocca il cielo l’invisibile si fa ascoltare e la sua voce penetra dentro il cuore illuminando le stanze buie.
Difficile ritornare in pianura dove il quotidiano chiama. Eppure è proprio qui, tra le semplici strade ordinarie dell’esistenza, che le cose svelate sul monte sosterranno il coraggio per continuare a camminare superando i deserti della vita.
Questa, anche per noi, è l’ora di salire sul monte a contemplare il mistero sapendo di dover ritornare a valle per vivere la vita e raccontare di Lui ad un popolo sempre più incredulo, sempre più fragile ed impaurito.
Franca e Vincenzo, osb-cam
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Parola del Signore