Vivere è meraviglioso. Lo abbiamo sempre saputo e lo abbiamo sempre detto. Neanche oggi, in questa drammatica situazione possiamo negarlo, anzi, diciamo che è la più bella esperienza che Dio ha donato all’Uomo. La vita, nonostante tutto è, davvero, meravigliosa. Nessuno di noi vuole perderla e peggio ancora, se, per esempio, fosse a rischio la vita di un figlio, il dolore per questa eventuale perdita, sarebbe ancora più acuto.
Consideriamo Gesù il nostro Salvatore e lo è. Egli, infatti, ci raccoglie come e dove siamo e ci guarisce da ogni malattia per offrirci un futuro con Lui. Questo è vero e nessuno, nel suo cuore, potrà negarlo. Gesù ci prende per mano, ci guarisce e poi ci solleva su ali l’aquila perché attraverso i nostri occhi possiamo avere la visione di grandi orizzonti.
Questa è la meraviglia che il Signore ha fatto e fa per l’Uomo e che ogni volta che è interpellato rinnova.
La vita allora è, per davvero, meravigliosa.
Franca e Vincenzo, osb-cam
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
Parola del Signore