La bufera avvolge l’aria, agita la terra e scuote gli alberi della foresta. Il vento soffia forte e spazza via tutto ciò che incontra, distrugge amicizie e amori. È in questo drammatico scenario che Gesù muore in croce.
Gli apostoli sono avvolti dalla tormenta e i cuori impauriti e smarriti hanno iniziato a battere forte. Non era né facile né scontato riempire il vuoto di un’assenza cosi straordinaria. Smarriti, disorientati, soli, svuotati, terrorizzati, quando sono sul baratro del precipizio APPARE GESÙ. La luce abbagliante della sua presenza squarcia la realtà e offre coraggio e speranza agli sfiduciati. La vita riprende vigore.
Questa esperienza è, oggi, la nostra storia, la storia del giorno di Pasqua che deve diventare la storia ordinaria, quotidiana e illuminante capace di aiutare l’esistenza. Ed invece, noi, duri di cuori e tardi a credere; scettici e dubbiosi facciamo fatica a “vedere Gesù”. Siamo uomini di poca fede che, però, Gesu chiama ad andare per le strade del mondo per raccontare il nostro incontro con Lui e come Lui, con il Suo Amore, ha cambiato la nostra vita.
Franca e Vincenzo, osb-cam
Dal Vangelo secondo Marco
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».
Parola del Signore