Nel giorno dell’Ascensione (oggi) Gesù sale al Padre ma con il Suo Spirito continua a restare accanto a noi, fino alla fine. Sappiamo bene che prima di andare aveva invitato i suoi a fare unità, a farsi carico dell’altro e ad essere donne e uomini di servizio. Ma come?
Ha chiesto di portare l’altro con se in maniera concreta, vera, autentica. Le parole sono importanti ma i gesti silenziosi lo sono anche di più. Essere “servi” è la vera missione che Gesù ci affida. Ma essere “servi” non significa servili che è, invece, una forma di annullamento. Essere “servi” significa mettersi, con rispetto, a disposizione cercando di essere un aiuto serio, concreto, responsabile e mai sciocco. Servire è sentire l’altro come un pezzo di se stesso guardando l’altro come un altro Gesù.
Non è facile vivere questo stile di servizio, anzi, è molto complicato, eppure, con l’aiuto dello Spirito Santo possiamo provare, ogni giorno, ad essere “servi” senza essere servili. Rischiamo di non essere compresi, cammineremo ogni giorno su un filo sospeso in un equilibrio sempre precario ma questa è la Via.
Franca e Vincenzo , osb-cam
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Parola del Signore