Sentire compassione è il segno del Pastore buono. È il segno che lo spinge a intervenire per recuperare tutte le pecore che sono stanche e affaticate. Egli, il Pastore, insegna, annuncia e guarisce. Sa trasformare un terreno sassoso in un giardino fiorito.
Ciascuno si senta impegnato a fare comunione e a testimoniare il volto del Pastore che Gesù mostra con la sua vita. Il compito appartiene ad ogni battezzato, sacerdote, re e profeta. Ognuno è Pastore e ognuno è anche pecora. Siamo a servizio l’uno dell’altro. La buona notizia del Vangelo chiede di essere trasmessa con la vita vera.
Franca e Vincenzo, osb-cam
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Parola del Signore