Anche in questo tempo come allora ci si rivolge al Signore per chiedere “un segno“. A Gesù ciò non piace e reagisce con parole dure. Chiama i Giudei del suo tempo “generazione malvagia e adultera pretende un segno”. E noi? Io? Anche noi chiediamo un segno oppure siamo capaci di vivere il dono della vita godendo di quanto il Signore ogni giorno ci offre?
Il modo di pensare di questo tempo non ci aiuta. Siamo spinti a puntare al successo credendo di essere migliori di altri, vogliamo appagare solo i nostri desideri, ci isoliamo escludendo gli altri. Ci manca la Vita, quella che coltiva le amicizie vere, che con pazienza accarezza un fiore, con dolcezza parla e ascolta gli altri, siamo presi, invece, dal nostro egoismo e finiamo per “consumare” la vita rincorrendo falsi miti.
Oggi alziamo gli occhi al cielo e cerchiamo di guardare oltre noi e le nostre prigioni. Chiediamo al Signore di aiutarci ad essere il Suo segno per il mondo e a non vivere da condannati ma da risorti.
Franca e Vincenzo, osb-cam
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».
Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
Parola del Signore