Non è e non sarà mai il potere dominante ad impedire ai “profeti” e, quindi, a tutti i battezzati di vivere, testimoniare e diffondere la buona notizia. Ogni battezzato che è, appunto, profeta non avrà né paura né timore di “morire” testimoniando la propria fede. La “patente” e la responsabilità di essere evalgelizzatori ce l’ha conferisce il battesimo e non possiamo non esercitarla con cura e buona volontà. A questo ci chiama, oggi, l’appello che viene della Parola nella quale traspare anche l’ingratitudine del popolo d’Israele e dei suoi capi che non solo non riconoscono il Figlio di Dio ma tramano per ucciderlo. Noi tutti siamo chiamati ad imitare Gesù e non i potenti. La forza di questa verità semplice sconvolge i sapienti, i dotti e i potenti. Questa forza ci incoraggia a spingere i nostri passi oltre convinti che un giorno il giudizio di Dio verrà.
Franca e Vincenzo, osb-cam
Dal Vangelo secondo Luca
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».
Parola del Signore