Siamo in attesa del fuoco nuovo che riscalda e squarcia il buio della notte. Da questo fuoco verrà acceso il cero pasquale simbolo del Cristo Risorto. È il segno della vita nuova in Cristo che, strappando i peccatori dalle tenebre, li fa entrare con i santi nel regno della luce. Sul Cero sono incise la croce, le lettere dell’alfabeto greco Alfa e Omega, che stanno a significare che Gesù è il principio e la fine di ogni cosa, e l’indicazione dell’anno. Durante il rito dell’accensione, il presbiteroconficca cinque grani d’incenso alle quattro estremità e al centro della croce, a simboleggiare le cinque piaghe gloriose di Cristo (le mani, i piedi e il costato). Quindi il diacono, portando il cero pasquale, apre la processione verso l’aula liturgica, che era rimasta vuota e al buio: sulla porta intona per la prima volta Lumen Christi (la luce di Cristo), e il popolo risponde Deo Gratias(rendiamo grazie a Dio). Mentre i fedeli lo seguono, giunto al centro della navata il diacono intona di nuovo Lumen Christi e tutti i presenti accendono la loro candela: la luce di Cristo si espande sempre di più e illumina ogni fedele; arrivati al presbiterio l’acclamazione viene ripetuta mentre si accendono tutte le luci della chiesa. Il cero viene messo sul grande candelabro e incensato e,mentre tutti volgono lo sguardo verso il cero, il diacono canta le meraviglie di questa notte di salvezza e di questa Pasqua di risurrezione. Ed ecco la preghiera che sarà proclamata davanti al fuoco nuovo. O Padre, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma viva della tua gloria, benedici questo fuoco nuovo, fa che le feste pasquali accendano in noi il desiderio del cielo, e ci guidino, rinnovati nello spirito, alla festa dello splendore eterno.