Cari amici, ci sono pochi operai a lavorare nella vigna del Signore, ed è vero. Ma che genere di operai chiede il Signore? Chiede preti? Suore? Monache e monaci? Forse il vero appello riguarda tutti, tutti i battezzati, riguarda in sostanza ciascuno di noi. Allora si, è giusto pregare, dobbiamo pregare perché ci siano altri operai ma, e qui sta la novità, dobbiamo farlo perché ciascuno di noi divenga l’operaio che manca. Siamo noi che manchiamo. Anche noi, tutti noi, siamo chiamati a lavorare nel mondo per testimoniare la fede. Il tempo delle delega è finito. Ciascuno sia e si senta responsabile del proprio fare e, quindi, inizi a lavorare nella propria comunità e sia, perciò, l’operaio che manca. Questa è la rivoluzione che questo tempo ci chiede di fare nostra diventando protagonisti del cambiamento che cerchiamo.
Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,32-38
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Parola del Signore.