Quante volte anche noi alziamo gli occhi al cielo e pronunciamo parole di benedizione contemplando il creato. È da atteggiamenti come questi che nasce nel cuore una nuova consapevolezza e tutto attorno a noi è più bello perché, finalmente, riusciamo ad emozionarci di fronte alla grandezza di un Dio che ci ha donato tutto questo. Quando, invece, il cuore si fa rapire da miraggi evanescenti diventiamo ciechi e tristi. Guardiamolo allora questo cielo e facciamoci raggiungere dal sogno di Dio per noi e nulla, proprio nulla, potrà rovinare la nostra vita e la nostra pace.
Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 14,13,21
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
Parola del Signore.