Pregare è dialogare con Dio, è stabilire un contatto capace di offrire suggerimenti alla nostra vita, è trovare uno “spazio” temporale nel quale raccogliere ogni più piccolo dettaglio e delineare strade e pensieri di futuro. Gesù spesso si ritrovava in preghiera e prediligeva farlo in luoghi solitari e nella notte. La notte, infatti, è il tempo nel quale i pensieri si affollano e pongono domande, palesano possibili scenari e, non ultimo, a volte, provocano ansia e preoccupazione. Spesso di notte si è nella condizione di riflettere con maggiore intensità anche per sciogliere nodi e capire fatti e persone. Gesù al termine della notte di preghiera chiamò i suoi discepoli e ne scelse dodici che chiamò apostoli. Poi incontra la moltitudine delle genti e tra questi molti chiedevano di essere guariti e furono guariti. Da Gesù, infatti, “usciva una forza che guariva tutti”. Anche noi possiamo andare da Gesù e chiedere di essere guariti e Lui, lo farà.
Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,12-19
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti.
Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Parola del Signore.