Chi è stato almeno una volta in Terrasanta quasi certamente avrà visitato la Chiesa del “Dominus flevit” luogo dall’ quale si gode una vista spettacolare di Gerusalemme. Qui la tradizione colloca l’episodio del vangelo di oggi. Gesù guarda la città, ha davanti la maestà del tempio e il brulicare frenetico delle donne e degli uomini del suo tempo. Si sofferma ad osservare e sul suo volto scendono le lacrime. Non maledice la città e i suoi abitanti come certi interpreti frettolosi hanno scritto ma è addolorato perché immagina il male che vi si compie e le conseguenze che il popolo subirà. Poche volte Gesù piange e questa è una di quelle. Qui egli esprime in maniera totalmente umana la sua compassione e così esprime il suo ennesimo appello alla conversione. Forse possiamo immaginare anche noi lo sguardo di Gesù che si posa sulle nostre città, sui nostri paesi e vedere come ci si vive e, purtroppo, non sarà difficile nemmeno immaginare il pianto di Gesù sulla nostra attuale realtà. Se pensiamo che sia così, forse possiamo ancora tentare di cambiare qualcosa. Forse possiamo aggrapparci all’offerta di salvezza che Gesù ci propone.
Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,41-44
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
Parola del Signore.