Increduli, scocciati e, peggio ancora, indifferenti. Le donne e gli uomini del nostro tempo appaiono sempre più distanti e distinti dal Dio bambino, da quel “piccolo di Dio” che irrompe nella storia dell’umanità e che continua a restare ai margini della vita. È un po’ come in questa scena del presepe rappresentata dalla foto di copertina dove c’è una donna che rientra nelle mura del borgo e volge le spalle indifferente al mistero. Un mistero che non riesce a penetrare dentro le nostre case sempre più protette dalle mura delle nostre corazze dei desideri personali. Solo una piccola contadina, che riconosci perché vestita con gli abiti della tradizione, si è seduta sui gradini e guarda ciò che le sta di fronte ma, in realtà, neanche lei sembra voler entrare davvero in quel cambiamento che Gesù è venuto ad operare nella storia del mondo. Questo vangelo e questa scena chiedono ora anche a noi cosa vogliamo fare e come vogliamo reagire di fronte alla provocazione del”piccolo di Dio”. Forse anche a noi piacerà restare fermi e indifferenti perché rapiti dalle lucette e dalle luminarie che hanno invaso le strade e le piazze mentre i nostri cuori continueranno a rincorrere i nostri desideri personali rifiutando la più grande novità della storia. È ora di dare davvero una risposta perché il tempo si è fatto breve.
Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,16-19
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: È indemoniato. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Parola del Signore.