Cosa accade nella Chiesa?

È da tempo, ormai, che si susseguono notizie di Conventi che chiudono, di parrocchie riunite in unità pastorali o in Piovene o affidate ad un unico parroco. Cosa sta accadendo?

Semplicemente le vocazioni sono in calo.

È un dato evidente che riguarda sia i preti che gli ordini maschili e femminili. Si tratta di un effetto della costante diminuzione di partecipazione alla vita parrocchiale e alla vita della Comunità? (quale).

Di conseguenza le strutture restano prive di cura e si tenta, in ogni caso, di non far mancare, invece, la cura spirituale. Ma non c’è un’unico modo di affrontare la realtà. Ognuno cerca una sua soluzione. Ci sono tentativi. Vediamo solo qualche esempio:

  1. Negli ultimi sei anni sono 17 i conventi chiusi nel territorio in cui opera la Provincia Sant’Antonio dei Frati Minori, corrispondente alla gran parte del Nord Italia. Il motivo: la mancanza di nuove vocazioni;
  2. Chiusura del convento di Venafro, una delegazione guidata da Ricci in ‘missione’ a Foggia;
  3. I cappuccini rinunciano al convento di Trento;
  4. Diocesi: Spoleto-Norcia, la nuova struttura pastorale da 71 parrocchie a 16 pievanie https://www.agensir.it/quotidiano/2023/7/22/diocesi-spoleto-norcia-la-nuova-struttura-pastorale-da-71-parrocchie-a-16-pievanie;
  5. Aosta: nascono le unità parrocchiali, la Diocesi si riorganizza
  6. Massa: nascono le unità pastorali
  7. Vigevano: Nascono le unità pastorali
  8. L’elenco si allunga sempre di più …

Cosa sta accadendo? Chiaramente sembra che nessuno ha la bacchetta magica e resta ancora troppo forte l’idea di una Chiesa che si identificava con la realtà civile. Oggi non è più così. La chiesa come profetizzò l’allora teologo Ratzinger poi papa Benedetto sarà una minoranza … E rileggiamola allora questa profezia che mi sembra si sta materializzando:

“Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare molti degli edifici che aveva costruito nella prosperità. Poiché il numero dei suoi fedeli diminuirà, perderà anche gran parte dei privilegi sociali. Nonostante tutti questi cambiamenti, la Chiesa troverà di nuovo e con tutta l’energia, ciò che le è essenziale, ciò che è sempre stato il suo centro: la fede nel Dio Uno e Trino, in Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, nell’assistenza dello Spirito, che durerà fino alla fine. Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la fede e la preghiera al centro dell’esperienza e sperimenterà di nuovo i Sacramenti come servizio divino e non come un problema di struttura liturgica. Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la sinistra e ora con la destra. Farà questo con fatica. Il processo di cristallizzazione e di chiarificazione la renderà povera, la farà diventare una Chiesa dei piccoli, il processo sarà lungo e faticoso. Ma dopo la prova uscirà una Chiesa interiorizzata e semplificata e sarà una grande forza».

La sorprendente e lucida profezia viene pronunciata alla radio tedesca, quasi cinquant’anni fa, il 24 dicembre 1969, da un giovane e sconosciuto teologo.

Cari amici mi sembra che stiamo accelerando.

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