Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,43b-45
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
Parola del Signore.
Di fronte alle parole e alle cose che faceva Gesù si restava ammirati. Tutti erano meravigliati. La sua presenza e i suoi racconti avevano il pregio di affascinare perché ci si sentiva di fronte a qualcosa di eccezionale e di inatteso. I presenti erano stupiti e incantati.
Ebbene ci rendiamo perfettamente conto che oggi, in questo nostro tempo, quello che manca è proprio il senso e l’esperienza della meraviglia. È venuto meno lo stupore. Sembra che non ci sia piu nulla che riesca ad emozionarci e a farci assaporare il senso della meraviglia. Niente ci stupisce. Che peccato! Siamo di fronte ad un impoverimento senza precedenti.
Eppure l’uomo ha bisogno di vivere l’esperienza dello stupore, ha bisogno di aprire gli occhi e restare senza parole di fronte a qualcosa o qualcuno che possa meravigliarci. Abbiamo smarrito l’innocenza di chi sa essere felice con il poco, di chi resta incantato di fronte allo spettacolo di una natura capace di trasmettere emozioni che riempiono attimi e attimi che danno un senso alla giornata e poi alla vita.
Se non recuperiamo dentro di noi la gioia della meraviglia, lo stupore che lascia ad occhi aperti, se restiamo freddi anche di fronte alla natura significa che abbiamo smarrito una delle parti più significative dell’umanità e che, forse, stiamo diventando altro. Eppure qualcosa ci dice che questa trasformazione o cambiamento così negativo non è realmente avvenuto e non potrà mai avvenire realmente.
Dentro le nostre giornate, dentro i nostri incontri, dentro le nostre parole e i nostri gesti c’è sempre quel senso della meraviglia che ci umanizza e queste sensazioni sono “preghiera”, sono un inno alla bellezza che ci fa vivere momenti di vera felicità. Gesù ci attende proprio dentro questi momenti di verità per darci la giusta carica, quella che ci rende capaci anche di affrontare il male che c’è e che, come la gramigna, spunta continuamente per rovinare le nostre giornate.
Non perdiamo mai il senso dello stupore ed educhiamoci a vivere le meraviglie che questo mondo creato da un Dio buono e fedele continua a donarci. Pensiamo alla meraviglia di fronte al mistero di una nuova vita che entra nelle nostre vite. Non è meraviglioso avere in braccio un bambino appena nato? Non è meraviglioso guardare la natura? Non è meraviglioso ascoltare la musica o la recita di una poesia o vedere un’opera d’arte oppure abbracciare una persona?
Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️