Dal Vangelo secondo Marco
Mc 4,35-41
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Parola del Signore.
Non puoi fermare il vento, non puoi bloccare la tempesta e così può capitare che anche le barche nel porto possano rovesciarsi. È un po’ ciò che è accaduto durante le seconda guerra mondiale quando i nazisti (e non solo) allestirono campi di concentramento dentro i quali è stato compiuto il più disumano sterminio di bambini, donne e uomini. Il vento del male ha avvolto dentro il suo vortice tutto e tutti coloro che ha incontrato. E ancora oggi c’è chi si chiede dov’era Dio? Grida disperate si sono elevate dai cuori e hanno cercato di svegliare il Signore: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Non abbiamo una risposta. Restiamo in silenzio mentre la memoria continua a ricostruire tratti dell’assurdo e ciò perché quello che è accaduto non accada più.
Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️