Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,52-59
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
Parola del Signore.
Gesù ci ha parlato della vita eterna. Ma di cosa si tratta? Noi viviamo in questo mondo ma sappiamo tutto bene che questa vita terrena è destinata a crescere e anche a finire. Gesù, però, ci offre la possibilità di una vita piena che sia “eterna” … È uno stato che, se viviamo di Lui e per Lui, possiamo iniziare a vivere fin da subito per poi averne la pienezza quando la vita terrena terminerà. Se, invece, non abbiamo creduto in Lui, se non abbiamo nutrito il nostro Spirito di Lui e della sua Parola a noi sarà riservata la fine che viene annunciata nel libro dell’Apocalisse: ”Per i codardi, gli increduli, gli abominevoli, gli omicidi, gli immorali, gli stregoni, gli idolatri e tutti i menzogneri, la loro sorte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo che è la morte seconda” (Ap 21,8).
Chi, invece, vive di Lui e crede in Lui Gesù lo chiama “Beato”. “Beati i puri di cuore perché questi vedranno Dio” (Mt 5,8).
“La purezza -scrive Alberto Maggi, teologo, biblista cattolico e religioso dell’Ordine dei Servi di Maria italiano- cui si riferisce Gesù nella beatitudine nasce nella parte più intima della persona, nella sua coscienza che, nella cultura ebraica, viene identificata nel cuore, la parte interiore dell’uomo, sede del pensiero e della volontà. Questa limpidezza dell’uomo è frutto della sua adesione. La beatitudine della povertà fa sì che, su quanti scelgono liberamente di condividere generosamente quel che sono e quel che hanno con chi non è e non ha, Dio si manifesti pienamente. La rinuncia dei discepoli a ogni forma di ambizione li conduce a una trasparenza permanente di vita che si esprime nella sincerità dei rapporti con gli altri. La fedeltà a questo comportamento dona loro la possibilità di una costante profonda percezione della presenza di Dio in ogni momento della vita. È la trasparenza di condotta nei confronti degli uomini quel che permette di percepire la presenza “del Dio con noi”, il Dio che si è fatto uomo. Dio è luce è questa luce è percettibile a coloro che, usciti dal mondo delle tenebre, sono anch’essi diventati luce. Chi è luminoso, trasparente, coglie nella sua esistenza la luce di Dio, luce che illumina e fa sorgere la vita”.
Buon cammino nella Luce di Cristo
Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️