Mite e umile di cuore

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,28-30
 
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore.

La mitezza è una condizione da conquistare non per essere remissivi ma per esprimere un pensiero e per proclamare la propria dignità. Non serve urlare quando si è umili, non è dignitoso alzare la voce o essere aggressivi se si è forti, non serve essere prepotenti e arroganti come quei potenti falliti che popolano il nostro quotidiano. Spesso ci si osanna da soli, ci si crede unici ed indispensabili, ci si immagina necessari. Tutto sbagliato. La verità è esattamente opposta. L’essere forti risiede nell’essere umili, nell’essere miti e nel perseguire gli ideali di libertà, giustizia e rispetto con mitezza. La mitezza, infatti, è la virtù di coloro che hanno compreso la miseria dei potenti, che hanno capito che l’unica vera possibilità di essere persone di valore risiede nell’ascoltare il cuore e nel vivere secondo giustizia. Non possiamo impedire che il disegno di Dio si realizzi, dobbiamo accettarlo e viverlo ogni giorno con la calma dei forti, il silenzio del fastidio e la gioia dell’accoglienza. Dio farà vera giustizia. A questa nessuno potrà opporsi. Nessuno.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

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