Non sono venuto a portare pace

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,49-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Parola del Signore.

Siamo immersi dentro un fluire nel quale bene e male si fondono creando un groviglio intricato che ci avvolge e alcune volte sembra toglierci finanche il respiro, un groviglio di tentacoli che ci stritola. Ebbene Gesù se tu non ci avessi Amato, parlato, accarezzato e dato l’esempio noi saremmo davvero perduti. Ora, però, abbiamo una Speranza, … una Speranza che ci chiama a fare scelte di opposizione al male perché, purtroppo, il male esiste. Lo percepisci forte quando ti attacca in maniera silente, quando avverti la freddezza, l’indifferenza, il glaciale comportamento di chi ti volta le spalle … il male ESISTE!!! D’altra parte Gesù ce lo ha detto e Lui ha saputo affrontarlo accertandolo fino a subire il supplizio della croce per poi risorgere.

Stamattina alla nostra piccola e semplice condivisione aggiungiamo quella degli Amici dell’eremo del cuore. È molto bella e vera. Se puoi dedica ancora qualche secondo alla lettura. Siamo sicuri che ti piacerà.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Ed ecco di seguito il commento dell’eremo del cuore

Le parole del vangelo di oggi ci mostrano un Gesù preoccupato, in angoscia, che freme nella sua umanità, un Gesù che condivide i nostri sentimenti, desideri, speranze: “quanto vorrei che”… “come sono angosciato”. Gesu ci mostra un cuore ardente di passione per questa umanità che pare piatta, indifferente alle ingiustizie. La vera pace non è essere neutrali o inermi, ma prendere una posizione contro chi opprime. La divisione di cui parla, richiama il coraggio di esporsi per lottare contro il male.
Il fuoco di Gesù è il suo amore che vuole scaldare i cuori, per renderli forti ad affrontare la vita con le sue controversie, contro le ingiustizie, le indifferenze, la sterilità delle nostre relazioni. Il fuoco è carità che brucia dentro e non ti permette di vivere da spettatore. Gesù ha consumato la sua vita in quel fuoco dell’amore che l’ha portato in croce, lì ha purificato ogni male e ci ha rigenerato ad una vita nuova.
Il fuoco dell’amore vuole accendere un fuoco di pace, quella di un mondo che accoglie l’altro a partire da chi ci è più vicino, un mondo che mira alla giustizia, che accoglie le diversità, che ripudia la violenza, perché ogni uomo possa vivere la pace e nella pace. Scrive Fëdor Dostoevskij: “Il cielo era stellato, tanto che, dopo averlo contemplato, ci si chiedeva se sotto un cielo così potessero vivere uomini senza pace”.

“Signore,
tu che sei venuto a portare il fuoco
fai di me una tua fiamma,
così che porti il calore del tuo amore nel mio piccolo mondo,
in quella divisione
ove non c’è speranza,
in quei cuori spenti,
freddi da tanto tempo;
possa ciascuno sentire il tuo calore
per sentirsi vivo, ancora e ancora.”
(Shekinaheart eremo del cuore)

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