Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4,24-30
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Parola del Signore.
Il Profeta è sempre oltre, egli ha un passo più lungo e si fa fatica a stargli dietro. Le voci dei profeti non sono mai piatte e generano dubbi, perplessità che saranno comprese solo dopo. I profeti sono destinati ad essere esclusi ed emarginati. Nella Chiesa è capitato con varie persone. Per esempio don Primo Mazzolari prete antifascista che condannava la guerra ed era Amico di quanti vivevano lontano dalla Chiesa. Ma ce ne sono tanti altri: don Tonino Bello, Oscar Romero, il Cardinale Martini, don Milani, padre Balducci, don Tonino Bello, don Diana, don Puglisi.
Se abbiamo tempo e desiderio farlo possiamo scoprire qualcosa di più della loro vita e, meglio ancora, leggiamo cosa hanno detto e scritto. Ci aiuterà a vivere la vita e magari potranno ispirare le nostre scelte.
Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️