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OLTRE le stelle

Alziamo lo sguardo fin lassù. La dove gli spazi infiniti sembrano abitati solo dalle stelle. La vista si perde in un mare di piccole luci che possono aiutare i sogni a prendere forma. In questo infinito senza tempo ci sei tu, eterno Padre. La tua presenza è da sempre e Tuo figlio ce lo ha raccontato. Nessuno ti ha mai visto con gli occhi ma molti ti hanno avvertito in un vento leggero, nel soffio di una candida brezza che accarezza la vita. Il cuore, il nostro piccolo cuore di carne ti ha percepito, ti ha ascoltato e si fa capace di capire che, senza di te, la vita, per davvero, non avrebbe senso. Hai aperto un dialogo con l’uomo e, fin dalla notte dei tempi, ci hai parlato e l’eco della Tua Parola ha trovato “casa” anche in tavole di pietra, poi, il tuo Amore per noi ci ha donato Tuo Figlio che continua ad abitare i nostri tabernacoli dove, nel silenzio, non si stanca di raccontare il mistero (piano di salvezza per ogni uomo).

Come potremmo vivere senza di te che sei l’Infinito, l’eterno, l’immenso creatore. Tu che abiti l’universo sei la nostra pace, il rifugio sicuro, il riparo che protegge. Nessun potente di questo mondo potrà mai essere tuo pari. Siamo polvere che la tua Luce può illuminare, fragili comparse che attraversano spazi e tempo infinitamente piccoli mentre crediamo di essere grandi. Poveri noi, illusi costruttori del nulla. Perdiamo la vita a costruire castelli di sabbia e viviamo come folli menestrelli di storie banali oscurando la Verità.

Dio dell’Infinito dacci forza e coraggio di confessare il nostro niente e aiutaci a ridare cuore ai nostri pensieri e alle nostre azioni; spazza via la nebbia e facci vedere, finalmente, il Tuo tutto nascosto nei fiori, tra le alte montagne verdi e in ogni essere umano, frammento della Tua Potenza creatrice.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

   Parola del Signore

Polvere che salva

 L’aria sporca impedisce di vedere in lontananza come gli occhi pieni di rabbia oscurano la possibilità di guardarsi dentro.

Quando, invece, dopo la tempesta, la polvere si deposita a terra e la vista può guardare l’orizzonte l’uomo riesce a scoprire la bellezza di panorami mozzafiato. Allo stesso modo, quando l’ira cede il passo alla calma la pace abita il cuore che si fa capace di guardare il bene e solo quello.

L’odio e la rabbia di scribi e farisei coinvolge una donna adultera e chiedono a Gesù di giudicarla. Il Maestro sembra ignorarli e scrive con il dito per terra delineando segni ignoti su quella stessa polvere caduta a terra dopo la tempesta. Il cielo è limpido, l’orizzonte chiaro, la vista può toccare l’infinito.

Le rondini solcano il cielo seguendo rotte ignote che catturano i cuori e scuotono le coscienze. In questi giorni di primavera proviamo a guardare fuori dalle nostre case, proviamo a seguire con gli occhi il volo delle rondini. Scopriremo segni ignoti e strade per provare ad aprire le porte del cuore. Scegliamo di accogliere la luce di Cristo e riusciremo a ricostruire spazi di bellezza e di bene.

Lo spettacolo delle rondini in volo e i loro percorsi, liberamente, tracciati nel cielo, ci aiuteranno a non giudicare gli altri e a guardare noi stessi con maggiore verità.

Siamo fragili, deboli e bisognosi di essere accolti dalla misericordia di Dio. Non siamo giudici, o lapidatori degli altri ai quali, invece, assomigliamo molto perché, anche noi, siamo attraversati dal male e dalla debolezza.

Ognuno ha bisogno della carità, dell’amore e della comprensione solidale degli altri.

Gesù, intanto, continua a scrivere segni ignoti sulla polverosa terra sperando che i cuori degli uomini si facciano capaci di abbandonare la rabbia e l’odio per abbracciare, finalmente, il bene.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

   Parola del Signore

Oltre la morte

Potenza e Amore di Dio per l’uomo, spesso, si confondono. Il dolore e la morte scuotono ogni forma di silenzio e una nuova umanità ha la concreta possibilità di attraversare il tempo e la storia.
In ogni crisi c’è sempre un abisso da superare e un orizzonte nuovo da esplorare.
Dopo ogni difficoltà c’è sempre una ripartenza. Quando usciremo dal dramma di questa crisi, infatti, avremo ancora, grazie a Dio, acqua e sole, vento e pioggia, alberi e fiori, mare e monti, ruscelli e fiumi e desideri intensi da condividere.
Questa umanità risorgerà più forte di adesso e ogni mollezza si trasformerà in nuova energia vitale, le antiche regole cederanno il passo ad uno nuovo stile di essere.
Usciremo fuori dai nostri sepolcri e liberati dai tanti blocchi mentali che ci siamo costruiti potremo vivere una nuova libertà consapevoli che il male sarà alle nostre spalle.
Presto un nuovo arcobaleno illuminerà il cielo.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Parola del Signore

Attraversare il fuoco

“Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!“. Luca 12,49
Parola, fuoco e crocifisso sono i segni e i simboli che prendono possesso dei nostri cuori mentre Francesco, solo, al centro del colonnato del Bernini, prega per l’umanità intera. La Parola guida le scelte; il fuoco accende speranze ed evoca protezione come appare in Isaia: “Se dovrai attraversare il fuoco, sarò con te” (Is 43,2); infine, il crocifisso, immenso, ci attende oltre, segno e simbolo dell’Amore che dona la vita. Preghiamo perché il fuoco dello Spirito riprenda la sua dimora nel cuore dell’uomo e la Terra ritorni giardino.
Franca e Vincenzo, osb-cam

Soffia il vento

Non puoi fermare il vento. Non puoi bloccare il desiderio della libertà. La forza della passione guidata dalla verità spazza via ogni prudenza e le azioni si fanno forti, le parole potenti mentre chi detiene il potere si allarma.

Accade la stessa cosa a Gesù che i Giudei cercano di uccidere perché la sua Parola mobilita le masse e da fastidio ai potenti del tempio, cioè ai sacerdoti che guidavano il popolo.

Gesù che in un primo momento non voleva più andare in Giudea per evitare il pericolo decide, invece, che non poteva più rinunciare e che il momento decisivo era, davvero, arrivato. Ed è così che va a Gerusalemme e sfida i potenti. Entra nel Tempio e qui comincia ad insegnare.

Il vento della “rivoluzione cristiana” ha la forza di scuotere profondamente la coscienza delle masse. Non si può fermare il vento quando le parole sollevano i cuori; quando il desiderio della libertà ti prende nel profondo; quando la vita, finalmente, decide di esprimersi in maniera autentica.

Quando il vento del bene soffia forte ogni male tenta la reazione, lo scontro sarà sconvolgente e la vita viene messa fortemente a rischio. Eppure non si può più far finta di niente. Bisogna sradicare il male, ogni male, che sia fisico o che morale. Bisogna estirparlo dal profondo del cuore o del corpo per far rinascere la vita nella verità e costruire una nuova umanità. Se ci pensiamo bene questo che stiamo vivendo è proprio il tempo giusto nel quale assumere su di se il coraggio e decidere per il bene. C’è una guerra da combattere nella quale ognuno dopo aver vinto il proprio egoismo deve scendere e unirsi a chi lotta per il bene. Non c’è più tempo da perdere. Gesù ce ne ha dato l’esempio.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

   Parola del Signore

Siamo al bivio

La vita percorre spesso sentieri senza indicazioni evidenti e ad ogni bivio bisogna saper scegliere. A volte si decide di camminare per le vecchie strade già conosciute che, però, non sempre sono quelle giuste. Gesù, oggi, si confronta con gli scribi e usa parole dure e taglienti. Egli, infatti, non viene riconosciuto e gli scribi scelgono di camminare su vecchie strade mentre Gesù percorre strade nuove.

Anche noi, oggi, siamo chiamati a scegliere tra le vecchie strade che conosciamo e la novità della nuova via dell’Amore suggerita da Gesù.

Questo tempo di grandi cambiamenti ci sta ponendo domande decisive e noi siamo, forse, tentati di rispondere come si è sempre fatto in passato ma, questa volta, le novità sono davvero epocali e ci obbligano a cambiare strada se non vogliamo restare fuori dal tempo e dalla storia.

Occorre scegliere tra uno stile di vita solidale e condiviso ed una vita consegnata ad una finanza sempre più cieca ed egoista. L’economia, infatti, per assicurare la vita o meglio una buona vita dovrà essere sempre più solidale e condivisa. L’alternativa è la via del “si salvi chi può“, dei pochi ricchi che ignorano le masse, dei finanzieri che accumulano senza nessun altro interesse pronti ad ignorare le sofferenze e i dolori del mondo. Questo “virus” ci chiama a scegliere quale strada pensiamo di percorrere.

Dalla risposta che daremo dipende il futuro dell’umanità in bilico, appunto, tra la via dell’Amore e quella dell’egoismo dei pochi. La crisi che stiamo vivendo ci ha, di fatto, collocati di fronte a questo bivio. Occorre fare una scelta e farla in fretta.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

   Parola del Signore

Non temere

Ci sono momenti della vita nei quali ci assale un senso di paura e di turbamento. Capita a tutti. Ed è proprio in queste circostanze che potrebbe accadere di aver bisogno di ascoltare una voce che ci rassicura. Non perdere la fiducia è decisivo perché la speranza deve essere il nostro orizzonte.

A Maria capita qualcosa di simile, accade qualcosa che ha dello straordinario, di unico ed irripetibile. Lei che fa? Accoglie il mistero ( cioè accoglie il piano di Dio nella sua vita). Maria non pone ostacoli, non alza barriere, non protesta, non vuole fare di testa propria. Si fida Maria. Si fida del messaggio che le palpita nel cuore; si affida al disegno di Dio. Lo fa con la sua semplicità vivendo il quotidiano come un costante evento straordinario. Si sorprende di ogni cosa, accarezzando i fiori con gli “occhi” del cuore, ascoltando le voci del vento nel brontolio delle foglie degli alberi o guardando le acrobazie degli uccelli che svolazzano nel cielo.

L’esempio di Maria è una luce, è quella luce in fondo al tunnel che fa della vita ordinaria qualcosa di speciale perché messa nelle mani di Dio.

Anche noi, tutti noi, siamo chiamati, oggi, in questo tempo così complicato e attraversato da questa improvvisa pandemia del coronavirus a restare semplici osservatori cercando di fare del nostro meglio con calma, pazienza e responsabilità. I nostri progetti personali potranno essere stati sconvolti ma l’amore di Dio per questa umanità non è finito e non finirà mai. Il futuro, oggi, come sempre, è nella mani del nostro creatore che, come a Maria, rivolge l’invito a “non temere”. Siamo tutti nella stessa barca e tutti siamo chiamati a fare la nostra parte. Forse il domani non sarà più come lo abbiamo immaginato ma è facile che ci restituirà una umanità più vera, autentica e solidale. “Non temere”, questo mondo meraviglioso continuerà a sorprenderci.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore

Vuoi guarire?

Rispondere a questa domanda è fondamentale. Senza il nostro “si” Gesù non interviene. Senza la nostra volontà non possiamo essere guariti e non possiamo uscire dal tunnel. La potente “Parola” di Gesù, infatti, scaccia il male, ogni male e ci da la forza e il coraggio di prendere la nostra “barella” e riprendere il cammino della vita.

Ma la storia non finisce qui. Gesù incontra l’uomo poco dopo e gli dice:

«Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio».

Il paralitico è l’uomo di questo tempo, bloccato e immobile di fronte alla sua situazione di peccato e incapace di accettare la guarigione che Gesù ci offre ma che dobbiamo, però, volere e accogliere.

Se vogliamo essere guariti davvero prendiamo tra le mani la sua “Parola” e facciamoci guidare nelle scelte della vita. Buon cammino con la “Parola” in questa Quaresima nella quale “#stiamo a casa e abbiamo anche tempo per leggere e riflettere.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

   Parola del Signore

Tuo figlio vive

Vivere è meraviglioso. Lo abbiamo sempre saputo e lo abbiamo sempre detto. Neanche oggi, in questa drammatica situazione possiamo negarlo, anzi, diciamo che è la più bella esperienza che Dio ha donato all’Uomo. La vita, nonostante tutto è, davvero, meravigliosa. Nessuno di noi vuole perderla e peggio ancora, se, per esempio, fosse a rischio la vita di un figlio, il dolore per questa eventuale perdita, sarebbe ancora più acuto.

Consideriamo Gesù il nostro Salvatore e lo è. Egli, infatti, ci raccoglie come e dove siamo e ci guarisce da ogni malattia per offrirci un futuro con Lui. Questo è vero e nessuno, nel suo cuore, potrà negarlo. Gesù ci prende per mano, ci guarisce e poi ci solleva su ali l’aquila perché attraverso i nostri occhi possiamo avere la visione di grandi orizzonti.

Questa è la meraviglia che il Signore ha fatto e fa per l’Uomo e che ogni volta che è interpellato rinnova.

La vita allora è, per davvero, meravigliosa.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù  partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

   Parola del Signore

Vincere il male

Quando il bene entra in maniera tanto potente nel mondo si resta stupefatti. A volte ci rifiutiamo di credere che il male possa essere vinto e abbattuto. Siamo increduli e non abbiamo fiducia che le situazioni di sofferenza e di difficoltà possano essere sconfitte e l’uomo possa ritrovare una condizione di benessere.   

    Gesù ridonando la vista al cieco nato ci mostra che tutto questo è possibile e che la realtà di Gesù è ben più ampia di quella che il mondo ci propone e ci fa vedere. Gesù vuole che i non vedenti possano aprire i loro occhi e guardarlo.

    Credere a questo è credere che un altro mondo è possibile e, anzi, che questo nuovo mondo lo possiamo costruire facendoci guidare da Gesù che ci ha donato la possibilità di esercitare la nostra libertà orientandola verso il bene.

 Ogni male fisico e spirituale, perciò può essere ed è guarito in Gesù nel cui aiuto e sostegno speriamo sempre. E’ Gesù, infatti, l’unico maestro che traccia sentieri nuovi e apre orizzonti su scenari sempre diversi. Sta a noi, invece, cogliere le novità che ci vengono proposte scoprendo in esse il misterioso disegno di salvezza che contengono.

 Franca e Vincenzo , osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

   Parola del Signore