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L’eternità è già qui

Quanto spazio c’è da qui all’eternità ? Siamo tanto lontani quanto intimi. Siamo lontani perché ancora impelagati con la realtà di questo mondo. Presi da un quotidiano incapace di sollevare lo sguardo e banalmente immerso negli ingranaggi di una locomotiva che, sbuffando, continua a correre nella prateria. Basterebbe un po’ di buon senso a rimettere tutti sulle strade giuste ed invece bloccati da mille “veti” mentali restiamo incatenati e non riusciamo ad ascoltare lo Spirito. Chiusi nei nostri gusci, credendo di proteggerci, rifiutiamo l’eternità che è la realtà vera. Tutto ciò ci impedisce di costruire il nostro domani tanto da essere come quei sadducei che, nel vangelo di domani, domenica 10 novembre 2019, cercano di mettere in difficoltà Gesù con domande provocatorie. Cercando di oltrepassare la lettera di questo tempo, invece, dobbiamo tentare di penetrare oltre il presente e immaginare la nostra condizione futura. Gesù ci offre un panorama nuovo: nulla sarà più come ora perché il cuore della vita sta tutto nell’Amore che supera tempo e spazio.

Chi non sa amare oggi non ci riuscirà neppure dopo e, nel presente, si smarrisce in inutili perdite di tempo restando indifferenti di fronte ai pericoli del giorno per giorno. Gli ostacoli maggiori hanno i seguenti nomi: paura, gelosia, egoismo, indifferenza, brama di potere, desiderio di successo, voglia di accumulare tesori.

È una battaglia dura; resistere alle tentazioni non è cosa da poco e per fare qualcosa occorre coraggio.

Aiutiamo gli altri e noi stessi a vincere i nostri limiti e affrontiamo questo presente cercando di trovare modalità umane centrate sull’Amore capace di superare ogni ostacolo .

Franca e Vincenzo,osb-cam

Lc 20,27-38
  Dio non è dei morti, ma dei viventi.

                           Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

Parola del Signore

Appello alla “resistenza”

Papa Francesco ce lo ha ricordato più volte: siamo di fronte a cambiamenti epocali. Viviamo, infatti, una transizione che ha di fatto scardinato molti valori nei quali gran parte delle persone che hanno superato i 40 anni sono cresciute. A volte non ce ne rendiamo conto o preferiamo far finta di non aver capito. Noi siamo sicuri che chi rinuncia a capire questo tempo è destinato a naufragare, cioè al fallimento. Tutto ciò che abbiamo conosciuto, sperato e tentato di costruire non c’è più e, purtroppo, non può tornare come lo abbiamo immaginato.

Siamo scossi da forze che non hanno identità materiale; da una tecnologia così invasiva che ha penetrato profondamente la vita delle persone; da un sistema culturale che va sempre più abbassandosi di livello.

Tutto ciò è parte della crisi che non è, appunto, solo economica ma che tocca l’intero sistema dei valori sui quali gli ultra40enni sono stati formati.

Le conseguenze sono una diseguaglianza sempre più evidente, una rabbia che esplode in maniera sempre più aggressiva e colpisce persone e cose, ma che attacca anche le istituzioni, molte delle quali hanno perso di credibilità.

La classe media è quasi del tutto scomparsa e le persone sono sempre più considerate solo numeri e manovali di questo ingranaggio infernale nel quale l’Occidente (o l’idea di Occidente che noi abbiamo) è stato triturato. Tutto ciò che abbiamo conosciuto dopo la fine della seconda guerra mondiale si va esaurendo e la spinta ideale di quegli anni è solo un ricordo nella mente di persone che non riescono a staccarsi da quel mondo ideale che ci ha spinto a costruire il futuro. Qualcuno potrebbe dire che la nostra generazione ha fallito. No. Ci sono fatti nuovi e imprevisti che si sono affacciati sulla scena mondiale. Nuovi popoli e nuove forze economiche sono comparse sulla scena del mondo e ciò che appariva lontano è oggi il nostro presente. Le oligarchie al comando, in ogni luogo del pianeta, sono funzionali solo a se stesse e ignorano tutto ciò che non è alla loro altezza. Ovunque vediamo una estrema minoranza di persone che, con arroganza, prepotenza e indifferenza (pur pronunciando belle parole e distribuendo bei propositi) vivono opprimendo le masse o i popoli. Sfruttano ogni cosa, calpestano tutti i diritti e dimenticano i doveri. Questi corrotti che neanche la giustizia riesce ad arginare ha creato un clima di paura e di isolamento generalizzato. C’è una sfiducia generalizzata che opprime ogni persona facendola sentire incapace di realizzarsi pienamente.

Potrebbe sembrare strano che su un sito come il nostro abbiamo deciso di scrivere un post di questo tipo ma la realtà è superiore e, mai come in questo momento, è il caso di alzare il livello della riflessione alla prassi del quotidiano. E’, infatti, in questo giorno per giorno, che il cristiano è chiamato a spingere i suoi passi creando “isole di dialogo”, “fermenti di riflessione” e “piccole comunità di mutuo aiuto”. Da soli nessuno ce la può fare. C’è chi soccomberà prima e chi dopo, ma, di questo passo, l’umanità è destinata ad una involuzione tribale, ad una sorta di “cannibalismo” che, se osserviamo bene, già è presente, seppure mascherato.

Quando il lavoro non ha più dignità, quando le leggi hanno come unico valore il denaro o meglio il guadagno, quando il lavoro manuale ha perso quasi del tutto il suo senso e il suo significato; quando l’agricoltura, l’allevamento e ogni altro tipo di attività artigianale o piccola attività commerciale non riesce a dare nemmeno il minimo sostentamento vitale alle famiglie, significa che qualcosa di grande è accaduto: un cambiamento epocale.

Ci permettiamo, perciò, noi piccoli, insignificanti, marginali, invisibili di lanciare un appello non tanto a lottare perché, la sfida è persa in partenza, quanto a “resistere”. Non è un appello di retroguardia: è un appello a riflettere davvero sul senso del presente consapevoli che per costruire il futuro occorrono energie e forze che non possediamo e che, purtroppo, non possiedono nemmeno più i singoli stati e, forse, nemmeno l’Europa. L’appello che ci permettiamo di lanciare riguarda la necessità, l’urgenza di costituire delle “comunità cristiane di resistenza”, delle comunità cristiane che, consapevoli della reale situazione, decidano di fare unità per “resistere”. Non sappiamo per quanto tempo possiamo e dobbiamo resistere. Forse noi non vedremo cambiamenti positivi ma almeno riusciremo a sopravvivere conservando l’ideale cristiano, vivendo la fraternità, dando senso e ragione alla nostra fede in Cristo.

Forse qualcuno potrà accusarci di non accettare le sfide, forse qualche altro penserà che abbiamo paura e altri che siamo dei perdenti. Noi crediamo l’esatto contrario.

Crediamo che costruire delle Comunità cristiane di resistenza sia, oggi, la grande sfida che ci viene lanciata. Di qui, si può tentare, di rievangelizzare il mondo. Ma se non creiamo argini finiremo tutti in preda a questa deriva, immateriale e malefica. Occorre unirsi per salvare quello che resta.

Crediamo che costruire delle Comunità cristiane di resistenza sia, oggi, un atto di coraggio. La vera sfida di questo tempo che sta portando il cervello all’ammasso e alla perdita della fede.

Crediamo che costruire delle Comunità cristiane di resistenza sia, oggi, l’unica reale possibilità di traghettare la fede cristiana in questo terzo millennio.

Da soli non ci salveremo. NESSUNO.

Franca e Vincenzo, osb-cam

P.S. Vi consigliamo di leggere un libro “L’Opzione Benedetto” di Rod Dreher Siamo sicuri che può essere molto illuminate.

Gesù ci invita a cambiare vita

Questa mattina desideriamo condividere questi pensieri di papa Francesco che ci invitano a cambiare vita.

“​”Quante volte sentiamo l’esigenza di un cambiamento che coinvolga tutta la nostra persona, ma quante volte ci diciamo: ‘ma devo cambiare, non posso continuare così, la mia vita per questa strada non darà frutto, sarà inutile, io non sarò felice’. Quante volte vengono questi pensieri”. Queste le parole di Papa Francesco nel corso dell’udienza giubilare in una piazza San Pietro gremita da oltre 50mila fedeli, quasi il doppio dei 30mila che erano attesi. Nel compiere il consueto giro in jeep per salutarli, papa Francesco ha offerto un passaggio a 4 bambini. “Gesù è accanto a noi con la mano tesa per dire: vieni a me, io ti cambierò il cuore, ti farò felice. È Gesù con noi e ci invita a cambiare vita”, ha detto il Papa nella catechesi di oggi dedicata alla conversione. “Non poniamo resistenze: solo se ci apriamo alla Sua misericordia noi troviamo la vera gioia”, ha sottolineato il pontefice. Dobbiamo “solo spalancare la porta, poi Lui fa tutto il resto. Vi assicuro: saremo più felici”, ha concluso il Papa. “La vera conversione avviene quando accogliamo il dono della grazia; e un chiaro segno della sua autenticità è che ci accorgiamo delle necessità dei fratelli e siamo pronti ad andare loro incontro” ha sottolineato il Papa parlando della conversione. “Quando Gesù chiama alla conversione – ha spiegato il Pontefice – non si erge a giudice delle persone, ma lo fa a partire dalla vicinanza, dalla condivisione della condizione umana, e quindi della strada, della casa, della mensa. La misericordia verso quanti avevano bisogno di cambiare vita avveniva con la sua presenza amabile, per coinvolgere ciascuno nella sua storia di salvezza. Con questo suo comportamento Gesù toccava nel profondo il cuore delle persone ed esse si sentivano attratte dall’amore di Dio e spinte a cambiare vita”.Alla fine dell’udienza il Papa ha salutato i panificatori che questa settimana hanno distribuito gratuitamente il pane ai pellegrini del Giubileo. “Sono lieto di accogliere – ha detto il Papa – i panificatori dell’associazione Confesercenti, e li ringrazio per il pane distribuito aipellegrini venuti per il Giubileo nel corso di questa settimana.Grazie, grazie. Dare il pane, spezzare il pane è una delle cosepiù belle della vita”.

Scoprirsi amati

Ci sono momenti nella vita nei quali sei “chiamato” a cambiare. Ma come si fa? Perché dovremmo cambiare? Stiamo così bene così? Oppure, stiamo male, anzi, malissimo ma non vogliamo cambiare. Sembrano domande strane. Per qualcuno inutili e fuori dalla realtà. Non è così. Sono queste le domande da porsi nei momenti cruciali della vita.

Ci sono momenti della vita nei quali occorre prendere il coraggio tra le mani e assumere quelle decisioni, fare quelle scelte che abbiamo sempre rimandato e alle quali non abbiamo mai risposto.

E’ questo il tuo momento? Nessuno più di noi stessi può saperlo. Nessuno.

Fin da bambini abbiamo sentito parlare di Gesù. Conosciamo un po’ della sua storia, vediamo in giro preti, suore, monaci e monache. A volte ci prendiamo gioco di loro. Li critichiamo, partecipiamo alla “giostra” di quelli che li denigrano (anche se a volte le cronache, purtroppo, ci raccontano brutte storie) ma, tant’è. Non possiamo fare di tutt’erba un fascio. Vale per il clero e vale per i laici (noi). E allora?

Allora quelli che noi crediamo essere “casi difficili, complicati, irrisolvibili” forse non lo sono. Ognuno di questi casi ha una soluzione. Per ogni problema, infatti, dovrà trovarsi una via d’uscita. Ma da dove partire?

Forse uno dei punti cruciali dai quali partire è il nostro presente. Non certo il passato. Quello non c’è più, è andato via, ha scritto la sua storia. Ora dobbiamo scrivere il presente e il futuro della nostra vita partendo da dove stiamo a da come stiamo. Stiamo male lo so? Quindi vogliamo stare bene. Non crediamo che ci sia chi vuole continuare a stare male. Almeno lo speriamo. Ma noi crediamo e ne siamo sicuri che nessuno vuole stare male.

La prima cosa che ci viene in mente, quindi, è che abbiamo bisogno di un aiuto, di un sostegno. E allora ci chiediamo: c’è qualcuno che mi ama? Cosa rispondo? Se c’è qualcuno che ci ha mostrato amore (se c’è) ci chiediamo: abbiamo meritato questo amore? Cosa abbiamo fatto per meritarcelo? Ebbene c’è una persona che forse non ci è venuta in mente e che, invece, ci ama senza che noi lo meritiamo. Chi è? Si chiama Gesù. Si, Lui ci ama senza che noi lo abbiamo meritato. Lui non ci giudica, non ci condanna, non ci umilia. Gesù ci ama e basta. Ci ama al punto da starci accanto sempre, in ogni istante della nostra vita qualsiasi cosa abbiamo fatto e qualsiasi cosa pensiamo di Lui. Incredibile !!!

Sapete una delle ragioni per le quali ci ama? Perché non può fare a meno di noi. Ci vuole con Lui ad ogni costo. A qualsiasi prezzo. Anche al costo della sua stessa vita. Infatti ha accettato la morte in croce. Gesù ha accettato di morire per attirarci a Lui, per mostrarci la via. La Santa croce, infatti, è la nostra luce. La Santa Croce, inoltre, ci allontana dal male e dal maligno e ci mostra l’unica via possibile per vivere una vita pacificata.

Gesù per averci vicino non ci chiede pentimenti, non ci chiede di cambiare vita, non ci chiede nulla. Si mostra così come lo vediamo ancora oggi nei mille crocifissi appesi ai muri delle nostre case o camminare per le strade. Gesù è quel povero, quel diseredato, quell’uomo o quella donna che nella vita hanno sbagliato tanto e che ancora adesso stanno sbagliando. Gesù è quella mamma che eviti, quel parente che rifiuti, quel figlio che hai abbandonato, quell’amico che non hai curato, quel vecchio del quale ti sei vergognato. Gesù, invece, vuole stare con noi, gli piace ed è felice se noi lo contempliamo appeso alla croce. Ci chiede di stare con noi, di condividere la nostra sofferenza e il nostro dolore, le nostre gioie e le nostre ansie, di stare con noi in quelle notti buie e oscure nelle quali tremiamo e gemiamo, … ed è così che Lui ci ama. Ci ama profondamente, veramente, pienamente. Egli ci accoglie così come siamo, con le nostre povertà e la nostra miseria, con i nostri peccati e i nostri sbagli. Ci accoglie in ogni modo.

Se riusciamo a comprendere questo ci scopriremo amati e, se lo scopriamo davvero, la nostra vita cambierà, anzi, è già cambiata. Lui ci ama., ci vuole liberi e responsabili, capaci di guidare la nostra vita per il meglio. Ed infatti, per donarci questo, Lui ci ha amato come nessun altro: “Nessuno ha un amore più grande, dare la vita per i propri amici”.

Scopriamoci amati da Gesù e la nostra vita cambierà. Tutto quello che prima ci sembrava impossibile, inutile, sbagliato sarà, invece, il fondamento della nostra vita.

Scopriamoci amati e riusciremo a dare una svolta alla vita, riusciremo a vivere quella santità nel quotidiano che è la fonte della Pace e della Gioia che abbiamo sempre cercato a mai trovato.

Buon festa dei santi (gli amati e innamorati di Cristo).

franca e vincenzo, oblati osb-cam

Fede e Miracoli

“Dov’è la vostra fede?” ci chiede Gesù. E’ una domanda cruciale. Una domanda dalla quale dipende la nostra relazione con Lui. Non siamo capaci di “ascoltarlo”, non siamo capaci di “seguirlo”, non siamo capaci di “fidarci” e questi sono i segni che la nostra fede è davvero povera e piccola. Forse, allora, una delle richiesta da fare al Signore è proprio quella di farci aiutare nella nostra incredulità. Nella preghiera di richiesta, infatti, è importante credere e fidarsi”. E’ un passaggio decisivo e che non possiamo non fare. In questa ricerca di senso, oggi, ci facciamo aiutare da Papa Francesco che, parlando, appunto, della necessità di pregare e della sua importanza ha raccontato un fatto avvenuto in Argentina anni fa …

“Una bimba di 7 anni si ammala e i medici le danno poche ore di vita. Il papà, un elettricista, uomo di fede, prende un autobus per andare al Santuario mariano di Lujan, lontano 70 km.

Egli arriva tardi: i cancelli sono già sbarrati.

Continua il racconto di Papa Francesco:

“E lui ha incominciato a pregare la Madonna con le mani nella cancellata di ferro.

E pregava e pregava, piangeva e pregava, e così, così è rimasto tutta la notte.

Ma questo uomo lottava con Dio e lottava proprio con Dio per fare la guarigione della sua fanciulla.

Poi dopo le 6:00 del mattino al terminale per prendere il bus, è arrivato all’ospedale alle 9:00, più o meno, e ha trovato la moglie pingente.

Ha pensato il peggio.

Cosa succede? – non capisco non capisco- (rispose la moglie).

Cosa è successo?

-Ma… sono venuti i dottori, mi hanno detto che la febbre se n’è andata, che respira bene e non c’è niente, la lascieranno due giorni in più ma non capiscono loro cosa è successo…-

Questo succede ancora!

I miracoli ci sono!

Una preghiera coraggiosa che lotta per arrivare a quel miracolo!”

E conclude Papa Bergoglio:

Bisogna non solo limitarsi a pregare Signore fallo, ma dire: Signore, aiuta la mia incredulità che anche viene nella preghiera.

“Facciamo questo oggi!”

Prego per te

Pregare è necessario. Pregare per gli altri è vera vita. La cosa più potente che possiamo fare per l’altro è, appunto, pregare perché sia salvato e anche perché sappia fare e faccia concretamente le scelte buone per la vita in Cristo.

Un vero cristiano prega ogni giorno per l’altro. Questo è il modo più autentico di volergli bene; è il modo più bello per dimostrare che lo amiamo. L’amore è pregare perché lui sappia fare e le faccia subito e con coraggio le scelte giuste.

Amare qualcuno vuol dire pregare che la sua vita possa essere vissuta in modo da essere ricolma di frutti di giustizia.

La preghiera riconosce e da valore all’altro, gli da forza, coraggio e determinazione per vincere l’apatia, per abbattere il mostro della depressione. La preghiera per l’altro dice che noi lo amiamo, lo apprezziamo, lo consideriamo molto importante per noi.

Pregare per l’altro è un vero grande atto d’amore.

Che bello quando amiamo, e siamo amati. Il più grande amore è l’amore di Dio. La nostra gioia è legata a quanto amiamo.

Ogni persona è nata per amare, però, ognuno di noi ha il peccato nel cuore, che ci ostacola ad amare veramente.

Però grazie a Dio, in Cristo Gesù, possiamo essere perdonati, e possiamo ricevere un cuore nuovo. E in Cristo, possiamo imparare ad amare veramente.

Ricordate che il vero amore è un profondo desiderio per il vero bene di un’altra persona, un desiderio così profondo che spinge ad impegnarsi per ottenere quel bene. E allora, carissimi, preghiamo per gli altri è facciamolo tutti i giorni. La preghiera è potente:

. “Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato” (Mc 11, 24).

Un”ultima raccomandazione.

Ricordate che il vero amore è un profondo desiderio per il vero bene di un’altra persona, un desiderio così profondo che spinge ad impegnarsi per ottenere quel bene.

Allora come possiamo noi, deboli come siamo, come possiamo noi promuovere il vero bene di un’altra persona? Certamente, a volte, ci sono cose che possiamo fare per produrre il bene nella vita di qualcuno. Possiamo essere strumenti nelle mani di Dio, per portare il vero bene agli altri.

Però, spesso, possiamo fare poco o niente per fare davvero la differenza nella vita di qualcuno. Però, anche in quei casi, possiamo fare qualcosa di estremamente importante. Possiamo pregare. Noi possiamo pregare Colui che è Sovrano dell’Universo. Non capisco come e perché, eppure, Dio risponde alle preghiere che sono fatte con fede, e secondo la sua perfetta volontà. Quindi, pregare così è un grande atto di amore.

Convertirsi

Cari Amici, chissà quante volte abbiamo ascoltato questa parola e chissà quante volte ci siamo imposti di viverla e poi non siamo stati capaci di farlo. Certamente questa è esperienza comune a tanti di noi e avremo anche notato che non essendo riusciti a convertirci all'”Amore” siamo rimasti come eravamo. Stessi sbagli, stessi errori, stessa tristezza, stessa delusione e uguale possibilità di essere felici davvero.

Possiamo fare qualcosa? Si.

Possiamo “convertirci” che significa cambiare modo di pensare, agire e vivere. Per farlo occorre quel coraggio che non abbiamo, quella voglia di essere felici che, di fatto, non vogliamo. A volte ci piace restare come stiamo, ci piace commiserarci, ci piace mostrare agli altri il volto triste.

Possiamo cambiare. Si possiamo farlo.

Anche noi abbiamo un sogno, tutti ne abbiamo almeno uno. Il nostro è quello di conquistare la felicità. E il tuo?

Cosa ci impedisce di realizzarlo?

I veri ostacoli siamo noi; certe gabbie dalle quali non riusciamo ad uscire e nelle quali ci siamo rinchiusi noi stessi. Per liberarci occorre, per prima cosa, affrontare la realtà. Quale? Quella che non possiamo cambiare se non cambiano noi. Occorre avere la consapevolezza che non possiamo avere tutte le cose che la mente è capace di pensare. Ci sono falsi sogni frutto di falsi miti; falsi bisogni che creano attese di felicità che, al contrario, sono la fonte della nostra infelicità. Se vogliamo essere felici davvero la prima cosa da fare è quella di essere sinceri con noi stessi e ricalibrare la vita rispetto alla realtà che ci circonda e rispetto alle concrete possibilità di vita. Fatto questo primo, decisivo ed imperdibile passo (molto coraggioso ma assolutamente indispensabile e necessario) possiamo iniziare a vivere una dimensione nuova nella quale l’aria, l’acqua, il cielo, le nuvole, un fiore, l’erba, il canto di un uccellino ecc. sono le gemme della vera realtà, dove il lavoro, qualsiasi lavoro, è fonte di felicità, dove le cose di prima non ci possono più condizionare. Ora possiamo iniziare ad essere persone nuove capaci di apprezzare l’alba e il tramonto come vera ricchezza.

Coraggio. Possiamo cambiare. Possiamo convertire le nostre vite apprezzando il tanto che abbiamo e vivere, finalmente, una vita da Risorti !!!

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

   Parola del Signore

Pregare sempre

Pregare è uno stile di vita nel quale cuore, ragione e azione sono in armonia. Le preghiere-spot viaggiano e appartengono ad uno stile di vita diverso anche se, e non c’è dubbio, aiutano a “costruire” il vero stile di vita del cristiano nel quale la preghiera è continua e incessante perché la vita stessa è preghiera.

In questo modo comprendiamo meglio l’alzare le mani al cielo di Mosè e la “vittoria” nei combattimenti della vita; comprendiamo meglio l’aiuto che Aronne e Cur danno ad Mosè nel continuare a fare della preghiera uno stile di vita e, comprendiamo anche l’insistenza della vedova che chiede Giustizia e che riesce ad ottenerla da questo giudice che non temeva Dio. E allora:

Se mantieni le mani alzate al cielo, Vincerai !

Se insisti nel chiederla avrai Giustizia !

Se preghi con insistenza, sarai Ascoltato !

Se la tua vita si fa preghiera, avrai Pace !

Vittoria, Giustizia, Ascolto e Pace

sono il vero sogno 

e il vero successo della vita !!!

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm.
Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle.
Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole.
Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada.

   Parola di Dio

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

   Parola del Signore