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Non temere

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38
 
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
 A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore.

Buongiorno. L’angelo dice: “Nulla è impossibile a Dio” e già nell’antico testamento leggiamo questi versetti che possono aiutarci a vivere con più fiducia e Speranza il nostro tempo:

Isaia 41,10

Non temere, perché io sono con te;
non smarrirti, perché io sono il tuo Dio.
Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto
e ti sostengo con la destra vittoriosa.

Isaia 41,13-14

13 Poiché io sono il Signore tuo Dio
che ti tengo per la destra
e ti dico: «Non temere, io ti vengo in aiuto».
14 Non temere, vermiciattolo di Giacobbe,
larva di Israele;
io vengo in tuo aiuto – oracolo del Signore –
tuo redentore è il Santo di Israele.

Isaia 43,1

Ora così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe,
che ti ha plasmato, o Israele:
«Non temere, perché io ti ho riscattato,
ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.

Isaia 43,5

Non temere, perché io sono con te;
dall’oriente farò venire la tua stirpe,
dall’occidente io ti radunerò.

Isaia 44,2

Così dice il Signore che ti ha fatto,
che ti ha formato dal seno materno e ti aiuta:
«Non temere, Giacobbe mio servo,
Iesurùn da me eletto,

Non perdiamo la Speranza.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Accogliere

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 10,2-16
 
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Parola del Signore.

“Accogliere” ci sembra la parola migliore per fare sintesi dei due insegnamenti che oggi ci offre Gesù. Il primo riguarda la relazione tra un marito e la moglie. Il secondo mette al centro la relazione di Gesù con i bambini. Crediamo che la Parola “Accogliere” possa essere quella giusta per vivere la relazione tra gli sposi. Accogliere ogni cosa con la giusta comprensione ma anche con la necessaria disponibilità a vivere la relazione in maniera forte e senza intermediari. Ogni ingerenza è un male. Il marito e la moglie hanno bisogno ciascuno dei propri spazi di libertà e autonomia ma anche loro stessi, come coppia, hanno una forte ed indispensabile necessità di autonomia. Hanno bisogno di propri spazi, di propri tempi, di una casa dove possano esprimere il loro Amore. Interferire in questa relazione è un delitto grave, un attentato alla felicità altrui, un atto di egoismo … Chiunque e diciamo chiunque si inserisca o tenti di farlo sta, di fatto, facendo danni alla vita altrui. Gli sposi devono accogliersi e vivere la propria relazione in Armonia, dialogando e Amandosi. Allo stesso modo il Regno di Dio va accolto con lo Spirito di un bambino, con la sua innocenza, con la sua spontanea adesione al mistero.

Non facciamo prendere il sopravvento ai nostri desideri personali e, soprattutto non roviniamo la felicità degli altri per appagare nostri egoismi. Accogliere è perciò la parola che deve guidare le nostre vite perché la vera gioia possa essere vissuta in pienezza da tutti nella responsabilità, nella libertà e nella loro autonomia dentro i loro personali spazi o spazi di coppia.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

I vostri nomi sono scritti nel cielo

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,17-24
 
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Parola del Signore.

Spesso si parla della Gioia e in tanti la desiderano. Ma che cosa è la Gioia di cui parla Gesù?

Per avere la Gioia nel cuore la prima cosa è farsi bambini nelle braccia del Padre; è fidarsi e affidarsi alla sua provvidenza; è desiderare ciò che Lui desidera; è abbandonare ogni sogno di gloria terrena; è Amare senza se e senza ma. Avere la Gioia di immergersi nel mistero di Dio, guardare, ascoltare e restare meravigliati di ogni cosa e, prima di tutto, del respiro che anche stamattina ci permette di essere in vita e di godere dei doni che abbiamo.

Avere la Gioia è portare nel cuore la Parola, Ascoltare le sue risonanze dopo averla letta e permesso di entrare nei nostri pensieri quotidiani perché sia fonte e origine di nuove visioni capaci di spingere i nostri passi dentro questo mondo spesso attraversato dal male e che tenta, continuamente, di distruggere la nostra innocenza rovinandoci la vita. Il suggerimento di Gesù è quello di essere bambini consapevoli di dover ricevere le cure del Padre

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Sapienti, dotti e piccoli

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,25-30
 

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore.

Oggi, come ieri, quei sapienti e quei dotti a cui è “nascosta” la rivelazione sono coloro che non la accolgono o, peggio, la rifiutano. Anche se colti non accettano la rivelazione e, magari, credono di sapere tutto. I piccoli, invece, sono docili alla Parola con la quale si “fasciano” le ferite o di avvolgono come dentro una coperta quando il freddo e il gelo cerca di prendere il sopravvento. In un mondo pieno di gelosie, rancori, invidie, delirio di onnipotenza i piccoli si soffermano a guardare le stelle, si stendono sui prati puntellati di margherite e sognano, accarezzano una roccia e aprono pian piano gli occhi per godere del mare con il suo odore. I piccoli, sono semplici e vivono in umiltà. Se ignorati sopportano con tranquillità e se rifiutati sanno reagire vivendo nel silenzio la gioia di chi sa di essere amato dal Padre. I piccoli guardano e ascoltano il bello che sanno cogliere e apprezzare. Non cercano il successo non ne hanno bisogno; non cercano il potere che è illusione; non cercano la ricchezza perché la più grande ricchezza è essere innamorati di Dio.

I piccoli se subiscono ingiustizie si allontanano e si scrollano la polvere di dosso, allargano le braccia al cielo e ringraziano per i doni che hanno ricevuto a differenza dei sapienti e dei dotti che impegnati ad ammirare se stessi si autocelebrano dicendosi buoni e bravi da soli. I piccoli sono miti e umili di cuore e Gesù li protegge e accompagna. Poi qualche sapiente e dotto si fa invidioso e animato da propositi malvagi agisce con furbizia per cercare di sottoporli al suo potere ma il suo sforzo è inutile: i piccoli hanno altri valori e sono capaci di attraversare la notte con il sorriso. Facciamoci piccoli e la gioia e la pace abiterà le nostre case e le nostre famiglie.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Come agnelli in mezzo a lupi

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-12
 
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

Parola del Signore.

Il mondo ci suggerisce e insegna che per vincere il male occorre reagire facendo altrettanto male e, magari, anche di più. È quello che accade con le guerre in atto su vari scenari proprio adesso. Predichiamo a parole il dialogo, le buone relazioni ma chi dovrebbe dare l’esempio si arma fino ai denti e spara, bombarda, distrugge, uccide e massacra intere popolazioni. Poi, si giustifica con frasi che se lette con attenzione e distacco sono a dir poco assurde. Ogni guerra è contro l’umanità intera. Ogni arma è una minaccia e quando viene usata è disumana. I nostri Tg sono un bollettino di follie a ripetizione e ogni dialogo è tacitato dai “mostri” della guerra a tutti i costi. Siamo tutti responsabili, tutti coinvolti, tutti compromessi. Quanto sta accadendo è una vera e autentica autodistruzione di massa, una potente negazione di ogni ragione. La lucida follia del demonio ha preso il sopravvento e questa logica, purtroppo, seppur edulcorata da una forma di perbenismo (spesso anche malcelata) abita anche il nostro quotidiano a scuola, nel lavoro e nella vita sociale. L’uomo si dimostra sempre più lupo … Abbiamo smarrito la fede in un Padre pastore che protegge e tutela … Immersi in questa logica spesso facciamo finta di non vedere e di non sentire … altre volte siamo omertosi, indifferenti e crediamo di salvarci … Che errore!

Invece di aprire gli occhi e parlare lasciamo che il male faccia male agli altri e non interveniamo credendo di salvarci. Non ci rendiamo conto che in questo modo il male si sentirà sempre più forte e “mangerà” ogni cosa anche chi ha creduto di salvarsi perché il male è vorace, insaziabile e incontenibile.

Gesù vero Agnello di Dio ha indicato una strada che è molto difficile da seguire e nell’attuale contesto però resta l’unica vera strada. Occorre tentare di resistere chiedendo allo Spirito Santo di intervenire per tacitare o bloccare ogni male e darci la forza di affrontare questo nostro complicato presente.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Come bambini

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,1-5.10
 
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».

Parola del Signore.

“… se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”. Siamo chiamati a farci piccoli, ad accogliere i bambini e a non disprezzarli. Ed invece la società ci propone di essere furbi, di non essere ingenui e di agire per conquistare i primi posti. Crediamo di essere “grandi” se abbiamo successo, se abbiamo potere, se siamo ricchi. Gesù, oggi, ribadisce l’esatto contrario ma noi non ascoltiamo, ci rendiamo sordi a queste parole e trascorriamo il tempo a cercare di conquistare onore e posti di rilievo. Mentre facciamo questo frequentiamo anche la Santa Messa e ci battiamo il petto, magari partecipiamo anche a tutte le forme di devozione ma poi, nel quotidiano, tradiamo spudoratamente ogni consiglio evangelico. Siamo strani o meglio dice Gesù ipocriti. Siamo ipocriti che la Treccani così spiega: “Chi parla o agisce con ipocrisia, fingendo virtù, buone qualità, buoni sentimenti che non ha, ostentando falsa devozione o amicizia, o dissimulando le proprie qualità negative, i proprî sentimenti di avversione e di malanimo, sia abitualmente per carattere, sia in particolari circostanze, e sempre al fine di ingannare altri, o di guadagnarsene il favore”.

È tempo di cambiare vita, è tempo di essere “veri”, “autentici”, “sinceri”. Si può sbagliare e Dio solo sa quanto sbagliamo ma perseverare è diabolico. Continuare a vivere da ipocriti ben sapendo di esserlo è segno che siamo preda del maligno che approfitta di ogni più piccola occasione per prenderci il cuore e farci desiderare tutte le cose futili e passeggere e così ci distrae dalla nostra vera umanità.

Il Signore conosce i cuori e con le nostre parole, le nostre azioni e le nostre finzioni possiamo ingannare gli altri ma non possiamo ingannare Lui che ben conosce che cosa c’è nel nostro cuore e cosa lo agita rendendo la vita un inferno.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Mettersi in cammino …

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,51-56

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme.
Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.

Parola del Signore.

Tutta la storia di Gesù è un cammino verso Gerusalemme, un cammino, cioè, verso la pienezza della vita e nel luogo nel quale ci avrebbe mostrato il massimo del suo Amore accettando di morire per poi risorgere dopo appena tre giorni.

Ma c’è un momento nel quale Gesù prende la decisione di salire a Gerusalemme dove sa bene che avrebbe dovuto vivere il momento più tragico e doloroso della vita. Lui non evita di andare, non rinuncia ad esprimere con la vita il suo Amore per l’umanità che non vuole accettare la sua logica. Gesù ci invita oggi a decidere se anche noi vogliamo seguirlo in questo viaggio nel corso del quale avremo tante occasione per testimoniare la nostra Fede. Lui ci chiede di imitarlo e trovare, così, un senso a questa vita. Ci chiede di avere il coraggio di Essere; ci chiede di essere donne e uomini di dialogo, di essere umili senza credere che solo noi abbiamo le soluzioni o le risposte; ci chiede di essere a Servizio degli altri. Se faremo così è altamente probabile che non saremo accolti; che questo mondo ci rifiuterà perché saremo fuori dal coro distinti e distanti dalla massa di pecore che, attratta dai falsi miti di questo mondo, vive senza sapere cosa cerca o cerca cose futili. Gesù ci chiama, invece, all’amore per la verità, ad avere un linguaggio autentico, senza falsità. Gesù ci chiama a vivere Amando anche se l’altro non condividerà la nostra vita e se, peggio ancora, ci farà del male o non interverrà a nostra difesa per salvare se stesso. Gesù ci invita ad avere sempre davanti la metà del nostro viaggio che è, come per Lui: Gerusalemme.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,46-50

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

Parola del Signore.

Al tempo di Gesù donne e bambini non contavano nulla. Gesù per comunicare ai suoi discepoli chi sono i più grandi agli occhi di Dio mette al centro un bambino e così ci indica la via della gioia e della pace anche per i nostri giorni.

In un mondo che spinge a cercare la visibilità, la carriera, il successo e, quindi, il consenso Gesù ci invita ad essere piccoli e a cogliere nelle cose che non contano per il mondo il bello che ristora il cuore.

I media e anche i nostri dialoghi mettono spesso al centro commenti e/o giudizi sull’importanza o sul successo delle persone. Questo stile determina il desiderio di potenza, il desiderio di primeggiare e di essere riconosciuti come persone di successo. Si cerca di essere apprezzati dal mondo e se questo non accade si perde la pace interiore e ci si agita sempre più finendo per compiere azioni anche contro gli altri. Lo si fa per dimostrare di essere forti, di essere potenti e ossequiati. Allo stesso modo alcuni pur di restare al centro dell’attenzione ignorano o sì fanno indifferenti alle ingiustizie e lasciano che il male si propaghi e che colpisca gli altri pur di salvare se stessi. Gesù gli chiama ipocriti. E così oggi, il Maestro, ci ricorda che davanti a Dio la logica è completamente diversa.

Santa Teresa del Bambino Gesù ci ha donato la “piccola via” nella quale e con la quale è possibile cercare la santità nelle piccole cose perché nelle piccole azioni quotidiane, nei piccoli pensieri e nei piccoli c’è il Signore. È nelle cose che la società e il mondo considera più insignificanti che possiamo trovare pace e gioia.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Chi non è contro di noi è per noi

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 9,38-43.45.47-48
 
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».

Parola del Signore.

Il bene non ha etichette. Tutti possono farlo e tutti sono abilitati a testimoniare segni di bene. Gesù apre la mente dei discepoli e li aiuta a pensare che ciò che è importante è compiere il bene e che chiunque lo compie non può mai essere contro di lui. Noi, quindi, non siamo abilitati a giudicare ma ci è chiesto di praticare il bene. Chi fa il bene non è un nemico del Signore. Ciò che conta e il cuore. Ed è nel cuore che ci rendiamo operatori di bene e segni dell’Amore universale.

Dio è nelle piccole e umili cose

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,43b-45

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Parola del Signore.

Da cosa riconosciamo che Gesù è Dio? Non dai suoi miracoli, ma dal suo patire sulla croce (Mc 15,39); non dalla moltiplicazione dei pani, ma del suo farsi pane (Lc 24,30-31): dal suo consegnarsi nelle mani degli uomini (Gv 18, 4-9).

Possiamo riconoscere Gesù nelle piccole cose, quelle umili, apparentemente insignificanti, Egli che è Amore si fa pane spezzato per darsi a tutti coloro che lo accolgono. Il suo potere è SERVIRE.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️