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La parte migliore

Il Signore condanna l’affanno, l’ansia, le preoccupazioni. Marta, infatti, è affannata, è in balia della preoccupazione e ha dimenticato l’unica cosa necessaria. Ascoltare la Parola, infatti, è essenziale per la nostra vita buona e ordinata. Questo racconto che vede Gesù accolto nella casa di Marta e Maria ci offre una bella opportunità per scrutare le nostre giornate e trovare il tempo per ascoltare Gesù … la Parola quotidiana è una buona opportunità per farlo.♥️

Franca e Vincenzo, osb-cam

Vangelo di domenica 21 luglio 2019
Lc 10,38-42
Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Parola del Signore

Speranza per noi

Bella questa speranza da riporre in Gesù. Una grande consolazione per tutti coloro che decidono di seguirlo rimettendo il cammino della propria vita sul passo del Signore. Quindi, non un fidarsi passivo, attendista, miracoloso ma un fidarsi attivo che ci invita a ricalibrare desideri e attese secondo la volontà di Dio. Un invito a riflettere sulle nostre giornate e le nostre scelte di vita ordinarie.

Franca e Vincenzo

VANGELO DI SABATO 20 LUGLIO 2019
Mt 12,14-21
Impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto.

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce.
Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni».

Parola del Signore

La misericordia

Gesù chiaramente ci dice che Lui vuole misericordia, cioè preferisce un mondo nel quale si agisca sempre mettendo in avanti la pietà e il cuore. ❤️ Egli, infatti, non è molto attento al rispetto delle forme bensì guarda alla verità e alla sostanza delle nostre azioni. Gesù, quindi, punta a offrire risposte concrete ai nostri bisogni (mangiare di sabato) piuttosto che a pretendere sacrifici che potrebbero, perciò, non servire a dimostrare il nostro amore verso di Lui. Gesù, perciò, ama con il cuore e ci guarda, ascolta e osserva con grande disponibilità ad accompagnarci e a sostenerci nelle difficoltà. Questa sua disponibilità per trovare concretezza ha, però, bisogno della nostra risposta fedele, umile e vera. Non possiamo fingere e poi inveire contro Gesù o rinnegarlo. Rendiamoci conto che per ottenere aiuto, sostegno e la sua vicinanza abbiamo bisogno di credere in Lui, di fidarci di Lui e di affidarci a Lui facendo ogni giorno il nostro dovere, cioè amando Gesù più di noi stessi. Siamo cosi chiamati a cambiare vita.

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DEL 19 luglio 2019
Mt 12,1-8
Il Figlio dell’uomo è
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Parola del Signore

Saper chinarsi

Miti e umili di cuore sono le persone che nella vita hanno “visto” Dio. Condividiamo, allora, una piccola, bella e antica leggenda di un rabbino. Uno studente andò da lui e disse: “Nei tempi passati vi furono uomini che videro Dio in faccia. Perché questo non succede più?” il rabbino rispose: “Perché oggi nessuno sa chinarsi tanto”. Chinarsi ci permette di guardare da vicino, di raccogliere i frutti della terra e di farci piccoli di fronte a chiunque. ♥️

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DI GIOVEDI 18 LUGLIO 2019
Mt 11,28-30
Io sono mite e umile

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore

I Piccoli

I piccoli di Gesù sono tutti coloro che di fronte ad un cielo pieno di stelle si fermano a contemplarlo senza volerci andare dentro o conquistarlo; sono i cuori semplici capaci di trascorre un intero giorno ad ammirare il lento movimento dei fili d’erba cullati dal vento; sono coloro che si sentono accarezzati dal Signore in ogni circostanza. Se vogliamo restare umani guardiamo il cielo in una notte stellata, seguiamo il lento movimento dei fili d’erba e proviamo a percepire le carezze di Dio nella nostra vita. ❤️

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DI MERCOLEDI 17 LUGLIO 2019
Mt 11,25-27
Hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Parola del Signore

No alla tristezza: è l’arma del male. Si alla Gioia, potenza di Dio.

Lo scritto che segue non è nostro ma è ripreso da un sito “No al satanismo” https://noalsatanismo.wordpress.com/ Si tratta di una serie di consigli dei Santi su come conservare la Gioia. Lo condividiamo perchè ci è parso molto interessante.

Franca e Vincenzo, osb-cam

S.Giovanni Bosco: IL DEMONIO HA PAURA DELLA GENTE ALLEGRA. Il Signore ama che quello che si fa per Lui, si faccia con allegria…Sta allegro!

I santi, mentre vivevano in questo mondo, erano sempre allegri, come se stessero sempre celebrando la Pasqua (Sant’Atanasio, Lettera, 14, 1-2)

San Basilio scrisse un’intera Omelia sulla Gioia : “Sarai sempre allegro e contento, se in tutti i momenti rivolgi a Dio la tua vita, e se la speranza del premio addolcisce e allevia le pene di questo mondo” (San Basilio Magno, Omelia sulla gioia, 25)

La Gioia facilita tutte le virtù, perchè è un atto di fiducia in Dio e tiene il demonio a distanza.Chi mantiene lo sguardo dell’anima rivolto alla Gioia di Gesù Risorto e si mantiene fedele ai Suoi insegnamenti ,vince i propri difetti, permette a Gesù di guarire le ferite del suo cuore e vede entrare miracoli nella propria vita. L’unica condizione per camminare verso la santità che San Domenico Savio chiedeva ai suoi coetanei era:mantenersi nella Gioia. Fidarsi di Dio in ogni momento e circostanza: perchè Gesù ci ha promesso che è sempre con noi e Lui sa volgere ogni situazione a nostro favore, specialmente quelle che non comprendiamo, che ci feriscono o che temiamo di più. Dunque : “La tristezza, è il ricordo di me stesso; la Gioia è il ricordo di Te Signore”(S.Agostino).

La tristezza è l’arma di Satana ! Ecco ciò che scrive San Francesco di Sales nella Filotea:

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“Il maligno gode nella tristezza e nella malinconia, perché lui stesso è, e lo sarà per l’eternità, triste e malinconico, separato da Dio per sempre; per cui vorrebbe che tutti fossero così. La cattiva tristezza turba l’anima, la mette in agitazione, le dà paure immotivate, genera disgusto per l’orazione, assopisce e opprime il cervello, priva l’anima di consiglio, di proposito, di senno, di coraggio e fiacca le forze. In conclusione,è come un duro inverno che cancella tutta la bellezza della terra e manda in letargo gli animali; infatti la tristezza toglie ogni bellezza all’anima e la rende quasi paralizzata e impotente in tutte le sue facoltà. Il nemico si serve della tristezza per portare le sue tentazioni contro i buoni; da un lato cerca di rendere allegri i peccatori nei loro peccati, e dall’altro cerca di rendere tristi i buoni nelle loro opere buone; e come non gli riuscirebbe di attrarre al male se non presentandolo in modo piacevole,cosi non potrebbe distogliere dal bene se non facendolo trovare sgradevole…..

S.Francesco di Sales ci indica i RIMEDI
1)Dice S.Giacomo: se qualcuno è triste, PREGHI: la preghiera è il rimedio più efficace perché innalza lo spirito a Dio, nostra unica gioia e consolazione; nella preghiera poi, serviti di affetti e parole interiori ed esteriori,che portano alla fiducia e all’amore di Dio.
2)COMBATTI con forza la tendenza alla tristezza; e anche se hai l’impressione che tutto quello che stai facendo in quel frangente rimanga distante e freddo,triste e fiacco, non rinunciare a farlo; il nemico vuole per mezzo della tristezza far morire le nostre buone opere, ma vedendo che non sospendiamo di farle, e che compiute con sforzo valgono di più, cesserà di tormentarci.
3)CANTA dei canti spirituali; spesso il maligno abbandona il campo di fronte a questa arma. Un esempio ci viene dallo spirito maligno che assediava e possedeva Saul,la cui violenza era dominata dalla recita dei SALMI della Bibbia.
4)E’ cosa buona occuparsi in atti esteriori e variarli più che possiamo,per distrarre l’anima dall’oggetto della tristezza,purificare e riscaldare gli spiriti;questo perché la tristezza è una passione fredda e arida.
5)Compi atti esteriori di fervore,anche se non ci trovi alcuna attrattiva; abbraccia il Crocifisso stringendolo al cuore, baciagli le mani e i piedi, alza gli occhi e le mani al cielo, indirizza tutta la tua voce a Dio con parole di amore e fiducia.
6)La frequenza alla S.COMUNIONE  è ottimo rimedio; perché questo Pane celeste darà forza al cuore e gioia allo spirito.
7)Manifesta tutti i tuoi sentimenti, affetti, i pensieri al SACERDOTE CONFESSORE, con umiltà e sincerità. Rimettiti tra le mani di Dio, e preparati a sopportare con pazienza questa fastidiosa tristezza,come giusta punizione per le tue stupide gioie; e sii certa che Dio,dopo averti messa alla prova, ti libererà da questo male e ti ricompenserà CON LA VERA GIOIA!

LA GIOIA DEI CRISTIANI
Tutti i cristiani fin dalle prime comunità ,vivevano nella Gioia di GESU’e nella certezza del Suo Amore vivo e presente nelle pagine della storia di ogni giorno,  specialmente quelle più difficili.  E i primi cristiani, come oggi, erano molto perseguitati, eppure non vivevano nel timore di ciò che poteva o non poteva accadere, perchè SI FIDAVANO DELLE PROMESSE DI CRISTO. Nel suo libro “Il Pastore”, Erma – fratello di papa Pio I –, a metà del II secolo, offre ai cristiani una serie di raccomandazioni sull’importanza di evitare la tristezza e di essere allegri.

Lungi da te la tristezza e non angustiare lo Spirito Santo che abita in te, perché non si rivolga a Dio contro di te e si allontani da te. Lo Spirito di Dio dato a questa carne non tollera né tristezza né angustia “(Erma, Il Pastore, Comandamenti, 10, 2-4)

“Rivestiti, dunque, di gioia che è sempre gradita a Dio e Gli è accetta. In essa si diletta. Ogni uomo allegro opera bene, pensa bene e disprezza la mestizia.Invece l’uomo triste si comporta sempre male. Prima agisce male perché contrista lo Spirito Santo che fu dato gioioso all’uomo, poi, contristando lo Spirito Santo, compie l’ingiustizia di non supplicare Dio e di non confessarsi a Lui.”  (Erma, Il Pastore, Comandamenti, 10, 2-4)

Chi pratica la misericordia – dice l’Apostolo Paolo– lo faccia con gioia”: questa prontezza e questa diligenza raddoppieranno il premio della tua elargizione. Perché ciò che si offre malvolentieri e per forza non risulta in alcun modo gradevole o bello (San Gregorio Nazianzeno, Dissertazione sull’amore per i poveri, 14).

PADRE PIO GIOIA

L’Apostolo Paolo diceva: “RALLEGRATEVI NEL SIGNORE SEMPRE ” (Fil 4, 4), la carità di Dio, o fratelli carissimi, ci chiama, per la salvezza delle nostre anime, alle gioie della beatitudine eterna. Le gioie del mondo vanno verso la tristezza senza fine. Invece le gioie rispondenti alla volontà del Signore portano alle gioie durature ed intramontabili coloro che le coltivano assiduamente. (Sant’Ambrogio, Trattato sulla Lettera ai Filippesi, 1).

Le parole dei primi cristiani fanno eco all’esempio dei Santi di ieri e di oggi ,come Padre Pio ,che riguardo alla tristezza diceva: Sii sempre allegramente in pace con la tua coscienza, riflettendo che ti trovi al servizio di un Padre infinitamente buono, che per sola tenerezza scende fino alla sua creatura, per elevarla e trasformarla in Lui Suo Creatore.E fuggi la tristezza, perché questa entra nei cuori che sono attaccati alle cose del mondo.  Guardati dalle ansietà ed inquietudini, perché non vi è cosa che maggiormente impedisca il camminare nella perfezione. Poni, figliuola mia, dolcemente il tuo cuore nelle piaghe di nostro Signore…Abbi una gran confidenza nella Sua misericordia e bontà, ch’Egli non ti abbandonerà mai, ma non lasciare per questo di abbracciare bene la Sua Santa Croce.”

Questo dobbiamo essere noi cristiani di oggi: seminatori di pace e di gioia, della pace e della Gioia che ci ha donato Gesù (San Josemaría Escrivá, Es Cristo que pasa, 30).

”La Gioia è il segno distintivo del cristiano”(S.Giovanni Paolo II 1980).”Non cedere mai alla sfiducia e allo scoraggiamento che il diavolo ci offre ogni giorno”(Papa Francesco) .

IO HO VINTO IL MONDO

GESU’ CI HA DONATO LA SUA GIOIA, CE LA DONA CONTINUAMENTE PERCHE’ LA SUA GIOIA DURA PER SEMPRE. NON FACCIAMOCELA RUBARE, richiudendoci in noi stessi ,nei rimuginamenti, nel rancore verso chi ci ha fatto o ci fa soffrire, nella paura del futuro, tutto ciò diventa come un cancro dell’anima: UN VERO CRISTIANO VIVE NELLA GIOIA DI GESU’ RISORTO,nella fedeltà e nella fiducia in Lui, si pente sinceramente dei propri errori, li confessa e va avanti rinnovato nella pace di Gesù, vivendo UN GIORNO ALLA VOLTA.

La vera Gioia, quella che solo Gesù ci dona, non dipende dallo stato d’animo, né dalla salute o da qualsiasi altra causa umana, ma dalla fiducia nelle promesse dell’Amore di Cristo, che è il motivo della nostra dignità di figli di Dio e della vera felicità profonda e senza paragoni, che alimenta in noi la speranza e l’amore. E quindi ci dona la pienezza della vita,nella condivisione della gioia e dell’amore con il prossimo. La gioia è contagiosa: trasmetterla è il tesoro più prezioso che possiamo offrire a quanti ci circondano e che, a sua volta, ci torna a riempire della eterna Gioia di Cristo. Quando il demonio ti insinua il triste pensiero: “Non ce la faccio più…è tutto perduto”, tu rispondigli con la Parola di Dio :”Tutto posso in Colui che mi dà forza”! 

Nostalgia di Dio

Quanta distanza c’è tra le Parole di Gesù e la nostra vita quotidiana? A noi sembra che la vita ordinaria che conduciamo tenga sempre meno conto di Lui e della sua presenza. È come se la nostra vita, le nostre parole, i nostri gesti siano compiuti come se Lui non ci fosse. Desideriamo le cose di questo mondo e non seguiamo Lui (addirittura non crediamo nella sua presenza) e inseguiamo sogni che non solo non ci aiutano a vivere bene ma ci provocano addirittura tristezza e sofferenza perché non riusciamo a realizzarli. E non riusciamo a realizzarli perché non vengono da Dio. Questi desideri non buoni finiscono così per farci precipitare nella depressione. Ebbene a noi pare e ci crediamo che avendo perso la fede in Dio abbiamo anche smarrito il buono e il bello che viene da Lui. A nostro modesto modo di vedere c’è una soluzione. Si, esiste un modo per superare la tristezza e riacquistare la gioia di vivere. La soluzione a nostro parere sta nello scoprire o meglio riscoprire la nostalgia di Dio che abita dentro di noi. Se riuscissimo a riconquistare il desiderio di Dio; se riuscissimo a recuperare il senso della sua presenza nel nostro cuore; se fossimo capaci di dare una VERA svolta alla nostra vita gettando a mare i nostri desideri (che probabilmente ci sono stati messi nel cuore da forze che ci vogliono lontani da Dio e che ci rendono, quindi, tristi affaticati e oppressi) … se solo riuscissimo a rientrare in noi abbandonando al loro destino i falsi progetti di felicità, siamo sicuri che proprio in quel momento noi riacquisteremo la gioia di vivere, la spinta a fare cose buone e belle perché tutto ci viene da Dio e che a Lui e solo a Lui dobbiamo dire grazie. La vera soluzione ad ogni nostra paura, insicurezza, tristezza, dolore, sofferenza e quindi al nostro male di vivere sta in Dio e nell’aver per davvero nostalgia di Lui. In questo modo tutto il resto di questa vita perde importanza e diventa un inutile orpello. Se iniziamo questa rivoluzione di vita improvvisamente tutto cambia e il tempo riacquista pienezza perché ci concentriamo su di Lui unico nostro bene. Il resto sono solo trappole che il maligno mette sul nostro cammino per farci vivere tristi. A pensarci bene abbiamo ricevuto tante cose ma queste non ci hanno fatto felici … perché ? Semplice perché non sono le cose la ragione della nostra vita. La vera unica meta della nostra vita è Amare Dio sopra ogni altra cosa e vivere avendo Lui nel nostro cuore. ❤️

Franca e Vincendo, osb-cam

VANGELO DEL 15 LUGLIO 2019
Mt 10,34-11,1
Sono venuto a portare non pace, ma spada.

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.

Parola del Signore

Un uomo

La conosciamo tutti questa parabola di Gesù. Fin da bambini ce ne hanno parlato al catechismo e a distanza di anni continua a mantenere viva tutta la sua potenza evocativa. Ci parla del bene possibile che siamo invitati a fare; ci presenta una situazione concreta nella quale persone diverse con ruoli e compiti diversi fanno scelte tra loro diverse mentre un proprio simile giace a terra nel bisogno. A terra c’è un “uomo” e vorrei sottolineare più volte questa parola di Gesù: “un uomo”. Cioè uno come me, come te, come noi che ha bisogno di essere aiutato. Dei tre passanti uno solo si ferma e si abbassa a terra per aiutare questo “uomo” che sta rannicchiato a terra dolorante … si, solo uno dei tre passanti ha il coraggio e la forza di fermarsi. I primi due hanno fretta, hanno cose importanti da fare, hanno un ruolo da interpretare non possono perdere tempo. Direi che il comportamento di queste persone è scioccante. Nella loro vita mettono non il bene possibile che sono invitati a fare dalle circostanze della vita ma scelgono il proprio ego, scelgono se stessi, scelgono di farsi i fatti propri. Questo è quello che accade, purtroppo, nella vita di tutti giorni. Siamo sicuri che tutti potremmo raccontare fatti ed episodi nei quali siano stati testimoni e protagonisti di eventi simili o situazioni analoghe. Io credo che questa parabola di Gesù non ci dovrebbe lasciare indifferenti, sarebbe terribile, è terribile … che Dio ci dia davvero la forza e il coraggio di essere veri uomini in grado di amare concretamente il nostro simile … noi stessi, il nostro prossimo chiunque esso sia al di là delle regole di questa società che, a volte, mi sembrano davvero quelle dell inferno. 😘

Franca e Vincenzo

VANGELO DI DOMENICA 14 LUGLIO 2019
Lc 10,25-37
Chi è il mio prossimo
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Parola del Signore

Luci del mondo

C’è chi vorrebbe ricacciare la fede nel privato. Questa forza sta operando per eliminare ogni simbolo della fede dal nostro quotidiano e lo fa con ogni modo sia legale che, in tanti casi, sempre più numerosi, in maniera anche violenta. Di fronte a questa realtà il cristiano è invitato a intensificare la propria testimonianza pubblica. Il Signore ci incoraggia, ci sprona a non aver timore di manifestare pubblicamente, nella nostra vita quotidiana, la nostra fede. Egli ci proteggerà e nessuno potrà cadere nelle mani dei nostri oppositori; ci spinge così a non aver paura. Il cristiano deve essere luce per il mondo; deve, con la vita illuminare le tenebre; è chiamato a portare il bene dove regna il male. Il Signore ci sostiene e ci accompagna con la sua forza capace di vincere ogni male. A volte sembra che non ce la facciamo a seguire Gesù ma è proprio LUI l’unico che può dare senso e forza alla nostra vita. Il resto, tutto il resto, è la vanità di questo mondo.

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DI SABATO 13 LUGLIO 2019
Mt 10,24-33
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Parola del Signore

L’unico Maestro

Oggi la parole di Gesù ci mettono di fronte una realtà complicata. Egli annuncia la persecuzione per i suoi discepoli. Una realtà che, indubbiamente, non è né bella da vivere, né desiderabile. E allora ci chiediamo perché metterci alla sua sequela e perché farci suoi discepoli. La risposta a questi dubbi può essere data solo con il cuore. Solo il cuore può dare una risposta appagante a queste domande. Nel frattempo, Gesù ci da un esempio: “insultato non rispondeva con insulti e maltrattato non minacciava vendetta” (1Pt 2,23). Questa è la vera via del cristiano; questa è la strada che porta alla pace e alla gioia; questa è la via che il Maestro ci invita a percorrere.
È Lui l’unico Maestro per noi.

Franca e Vincenzo, osb-cam

VANGELO DI VENERDI 12 LUGLIO 2019
Mt 10,16-23
Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».

Parola del Signore