Questa sera a Gerace abbiamo incontrato suor Mirella, eremita. Bellissimo aver ascoltato la sua storia dalla Calabria a Parigi, il ritorno in Italia e la sua vita nell’eremo di Gerace. Donna forte, professoressa presso la Sorbona che per 25 vive lontano dalla Chiesa e poi l’illuminazione e l’incontro con il Signore.
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Vi ho chiamati amici
Tu sei il Cristo
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».
“Vedere” e’ un’arte
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
E’ in distribuzione “La casa si fa eremo”
Da oggi, giorno della festa dei Santi Cirillo e Metodio, Patroni d’Europa insieme a San Benedetto. è in distribuzione “La casa di fa eremo” deComporre Edizioni, nel quale cerchiamo di raccontare le ragioni che ci hanno spinto a fare della nostra casa un “eremo di famiglia”. Il testo è di facile lettura, pieno di rimandi alla vita di tutti i giorni e nella sua semplicità vuole essere un invito a tutti i cristiani a vivere la buona notizia cercando di essere “piccole luci, semplici fiaccole, anche nella fragilità. Per dire e testimoniare che Cristo è Risorto, che è davvero Risorto e che ci precede lungo la via”.
Chi è interessato può contattarci qui o via mail eremoaquilaepriscilla@gmail.com
Tutti “operai” gia’ da subito
“Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!”.
Profeti nel quotidiano
“Gli sposi cristiani sono profeti nell’ordinario e segni di speranza per il mondo se nella loro semplice vita quotidiana sono capaci di essere dono per gli altri nelle piccole cose di ogni giorno”. È una delle cose che abbiamo cercato di esprimere alla Festa Diocesana della Famiglia a Fermo oggi pomeriggio.
La casa si fa eremo
“La casa si fa eremo” edizioni deComporre racconta la nostra scelta di vivere in un ” eremo”. Lo porteremo con noi a Fermo, dove siamo stati invitati dalla diocesi a presentare la nostra esperienza dell’eremo di famiglia Aquila e Priscilla.
Effata’ … Apriti!!!
“Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente”.
L’accoglienza e la tenerezza negata
Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia.
Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia».