Con le beatitudini Gesù risponde alle nostre sofferenze, alle nostre delusioni, ai nostri perché … Motiva le nostre scelte, offre consolazione ai nostri pianti, si china su ogni donna e su ogni uomo e se ne prende cura … Offre una SPERANZA.
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Camminare con i giovani
Camminare con i giovani è un uscire con libertà interiore da attività e preoccupazioni abituali cosi da permettere ai giovani di essere protagonisti. Passare del tempo con loro, ascoltare le loro storie, le loro gioie e speranze, le loro tristezze e angosce, per condividerle. Occorre avere lo sguardo capace di vedere nella profondità del cuore senza risultare invadente o minaccioso.
Accompagnare i giovani
“Alla base del discernimento possiamo rintracciare tre convinzioni, ben radicate nell’esperienza di ogni essere umano riletta alla luce della fede e della tradizione cristiana.
Il coraggio di scegliere
“Lo Spirito parla e agisce attraverso gli avvenimenti della vita di ciascuno, ma gli eventi in se stessi sono muti o ambigui, in quanto se ne possono dare interpretazioni diverse. … Vediamo tre verbi che possono aiutarci a capire meglio:
Io ho scelto voi …
.«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri» (Gv 15,16-17). Se la vocazione alla gioia dell’amore è l’appello fondamentale che Dio pone nel cuore di ogni giovane perché la sua esistenza possa portare frutto, la fede è insieme dono dall’alto e risposta al sentirsi scelti e amati.
Prendersi cura con bonta’ e tenerezza
“La sapienza della Chiesa orientale ci aiuta a scoprire come questa fiducia sia radicata nell’esperienza di “tre nascite”: la nascita naturale come donna o come uomo in un mondo capace di accogliere e sostenere la vita; la nascita del battesimo «quando qualcuno diventa figlio di Dio per grazia»; e poi una terza nascita, quando avviene il passaggio «dal modo di vita corporale a quello spirituale», che apre all’esercizio maturo della libertà (cfr. Discorsi diFilosseno di Mabbug, vescovo siriano del V secolo, n. 9).
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Oltre le condanne la vita cristiana.
L’invito è quello di cambiare il cuore e, quindi, la vita. Questo è un invito al cambiamento che papa Francesco fa a tutti perché la Speranza possa esprimersi attraverso parole, azioni e gesti. Un cambiamento che non potrà arrivare dall’alto. Ci sono persone che vogliono preservare il loro “potere” e per questo non gradiscono chi vuole cambiare il presente per ridare forza al cuore. Ai potenti, infatti, ciò che importa è solo conservare il loro status e non aprono le porte alla collaborazione e alla corresponsabilita. Per questo agiscono per zittire le voci critiche e usano la loro influenza per indurre l’Autorità a sbagliare; per questo tendono anche nei loro ambiti ad imporsi esercitando il “comando io” e arrivando finanche ad agire diffondendo falsità e menzogne di ogni genere; infine cercano anche di attivare iniziative che tendono ad escludere e ad emarginare anche attraverso l’indifferenza o la noncuranza. Il papa risponde proponendo altro.
Preghiamo per cambiare vita
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: al contrario, egli mi rese debole, per conservarmi nell’umiltà. Domandai a Dio che mi desse la salute per realizzare grandi imprese: egli mi ha dato il dolore, per comprenderlo meglio.
Tra vecchi e nuovi rischi
In questo contesto i vecchi approcci non funzionano più e l’esperienza trasmessa dalle generazioni precedenti diventa rapidamente obsoleta. Valide opportunità e rischi insidiosi si intrecciano in un groviglio non facilmente districabile. Diventano indispensabili adeguati strumenti culturali, sociali e spirituali perché i meccanismi del processo decisionale non si inceppino e si finisca, magari per paura di sbagliare, a subire il cambiamento anziché guidarlo. Lo ha detto Papa Francesco: «“Come possiamo ridestare la grandezza e il coraggio di scelte di ampio respiro, di slanci del cuore per affrontare sfide educative e affettive?”. La parola l’ho detta tante volte: rischia! Rischia. Chi non rischia non cammina. “Ma se sbaglio?”. Benedetto il Signore! Sbaglierai di più se tu rimani fermo» (Discorso a Villa Nazareth, 18 giugno 2016).
Giovani in cerca di adulti credibili e veri
” i giovani sentano il bisogno di figure di riferimento vicine, credibili, coerenti e oneste, oltre che di luoghi e occasioni in cui mettere alla prova la capacità di relazione con gli altri (sia adulti, sia coetanei) e affrontare le dinamiche affettive. Cercano figure in grado di esprimere sintonia e offrire sostegno, incoraggiamento e aiuto a riconoscere i limiti, senza far pesare il giudizio”.
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