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Chiamati a costruire la civilta’ dell’amore

. L’amore, pieno di piccoli gesti di cura reciproca, è anche civile e politico, e si manifesta in tutte le azioni che cercano di costruire un mondo migliore. L’amore per la società e l’impegno per il bene comune sono una forma eminente di carità, che riguarda non solo le relazioni tra gli individui, ma anche «macro-relazioni, rapporti sociali, economici, politici».

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Per questo la Chiesa ha proposto al mondo l’ideale di una «civiltà dell’amore».  L’amore sociale è la chiave di un autentico sviluppo: «Per rendere la società più umana, più degna della persona, occorre rivalutare l’amore nella vita sociale – a livello, politico, economico, culturale – facendone la norma costante e suprema dell’agire». In questo quadro, insieme all’importanza dei piccoli gesti quotidiani, l’amore sociale ci spinge a pensare a grandi strategie che arrestino efficacemente il degrado ambientale e incoraggino una cultura della cura che impregni tutta la società. Quando qualcuno riconosce la vocazione di Dio a intervenire insieme con gli altri in queste dinamiche sociali, deve ricordare che ciò fa parte della sua spiritualità, che è esercizio della carità, e che in tal modo matura e si santifica. Papa Francesco

Si, il Signore ci ha creati per Amare. La sua è stata ed è una sfida. Ha voluto vedere se noi esseri uomani, creati a Sua immagine, e dotati di libertà eravamo e siamo capaci di amare come Lui ci ha amati e ci ama. La scommessa di Dio, però, si scontra con il male che ha introdotto nel mondo l’egoismo, la divisione e ogni sorta di cattiveria. Ed è cosi che nel cuore dell’uomo si combatte una lotta tremenda tra bene e male, tra possesso e dono, tra affermazione di se stessi e condivisione dei beni.

Il nostro creatore che Gesù ci ha insegnato a chiamare Padre è paziente, tollerante, disposto s perdonare sempre pur di conquistare al bene il nostro cuore e la nostra vita. È una sfida avvincente nella quale Dio-Padre fa il tifo per l’uomo, ci incoraggia e ci accompagna nei momenti di stanchezza. Non siamo soli.

Siamo convinti che l’uomo, ogni uomo può vincere la battaglia del bene in se stesso e che se s’impegna e riesce la pace e la serenità  sarà il premio finale. E questa pace, questa serenità sono il paradiso che Dio-Padre ci ha promesso.

Possiamo farcela, si possiamo farcela per davvero. Franca e Vincenzo

Il lavoro e’ una necessita,’

. Siamo chiamati al lavoro fin dalla nostra creazione. Non si deve cercare di sostituire sempre più il lavoro umano con il progresso tecnologico: così facendo l’umanità danneggerebbe sé stessa. Il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale. In questo senso, aiutare i poveri con il denaro dev’essere sempre un rimedio provvisorio per fare fronte a delle emergenze.

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Guardate gli uccelli del cielo

Gesù fa propria la fede biblica nel Dio creatore e mette in risalto un dato fondamentale: Dio è Padre (cfr Mt 11,25). Nei dialoghi con i suoi discepoli, Gesù li invitava a riconoscere la relazione paterna che Dio ha con tutte le creature, e ricordava loro con una commovente tenerezza come ciascuna di esse è importante ai suoi occhi: «Cinque passeri non si vendono forse per due soldi?

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Destinazione comune dei beni

. Oggi, credenti e non credenti sono d’accordo sul fatto che la terra è essenzialmente una eredità comune, i cui frutti devono andare a beneficio di tutti. Per i credenti questo diventa una questione di fedeltà al Creatore, perché Dio ha creato il mondo per tutti. Di conseguenza, ogni approccio ecologico deve integrare una prospettiva sociale che tenga conto dei diritti fondamentali dei più svantaggiati.

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Il silenzio di Dio

Queste situazioni provocano i gemiti di sorella terra, che si uniscono ai gemiti degli abbandonati del mondo, con un lamento che reclama da noi un’altra rotta. Mai abbiamo maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli. Siamo invece chiamati a diventare gli strumenti di Dio Padre perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace, bellezza e pienezza. Papa Francesco 

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Ascoltiamo il grido della terra e del povero

 

Vorrei osservare che spesso non si ha chiara consapevolezza dei problemi che colpiscono particolarmente gli esclusi. Essi sono la maggior parte del pianeta, miliardi di persone. Oggi sono menzionati nei dibattiti politici ed economici internazionali, ma per lo più sembra che i loro problemi si pongano come un’appendice, come una questione che si aggiunga quasi per obbligo o in maniera periferica, se non li si considera un mero danno collaterale.

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